"C'è il mercurio nei pesci ma nessuno è colpevole"
Tutti assolti gli imputati a processo alla corte d'Assise di Chieti per le "discariche di veleni" della Montedison scoperte nel 2007 a Bussi sul Tirino, nel pescarese. Cadono le accuse di reato di avvelenamento delle acque e disastro colposo
Una vicenda e un processo che farà discutere: nessuno è reponsabile per la vicenda che riguarda la "più grande discarica di veleni d'Europa" come l'ha definita Legambiente. La sentenza della corte d'Assise di Chieti ha assolto tutti i 19 imputati (tecnici e dirigenti Montedison) accusati di disastro ambientale e avvelenamento delle acque.
LA DISCARICA - Scoperta nel 2007 grazie a un'inchiesta della Guardia forestale si scopre l'interramento di migliaia di tonnellate di rifiuti tossici industriali e il conseguente avvelenamento delle falde acquifere potabili della Val Pescara. Sul banco degli imputati i responsabili a vario titolo dell'inquinamento e della mancanza di tutela ambientale.
IL PROCESSO LUNGO - Un processo che è durato molto visto che la difesa chiese di rimuovere il giudice Geremia Spiniello. Tra gli avvocati della difesa figura anche l'ex ministro della Giustizia Paola Severino, che sostennero l'inesistenza dei reati contestati, e per questo ha chiesto assoluzione con formula piena. La difesa inoltre aveva sostenuto l'assenza di una legislazione specifica all'epoca dei fatti (la discarica fu aperta già fra il 1963 e il 1971) e per questo gli imputati non possono essere considerati responsabili dell'avvelenamento delle falde acquifere.
Dall'altra parte l'accusa Discarica Bussi, oggi la sentenza del processo, con l'avvocatura dello Stato, che sostiene che il danno ambientale e alla salute delle oltre 700 mila persone, coloro che hanno fruito dell'acqua potabile inquinata. La richiesta complessiva di risarcimento ammonta a 2 miliardi di euro, considerate anche le singole parti civili. (da ChietiToday)
