CATANIA - Aveva cancellato, o almeno c'aveva provato, tutte le prove contro di lui. Aveva buttato gli abiti indossati quel giorno, aveva tagliato il cappellino e aveva provato a costruirsi un alibi, puntando anche sulla propria disabilità. Le immagini, però, lo hanno inchiodato alle proprie responsabilità. Una telecamera a circuito chiuso lo ha ripreso mentre il quindici gennaio scorso rincorreva il rivale in amore e gli sparava contro quattro colpi di pistola. 

In manette è finito Filadelfio Pappalardo, quarantatreenne di San Giovanni la Punta, nel catanese. Prima del tentato omicidio, hanno ricostruito i poliziotti che lo hanno arrestato, si era iniettato della morfina per superare il dolore e riuscire ad alzarsi dalla sedia a rotelle sulla quale è costretto da tempo. Quindi, come mostra il video, era uscito di strada, aveva percorso pochi metri e aveva colpito il cinquantatreenne Francesco Pistone, gambizzandolo. 

Durante la perquisizione a casa dell'aggressore, i poliziotti hanno ritrovato dentro alcuni sacchi dell'immondizia uno scaldacollo di colore nero tagliato in varie parti, un paio di jeans tagliati e un cappellino di colore nero anch’esso tagliato. Si tratterebbe, secondo le ricostruzioni degli inquirenti, degli indumenti indossati dal quarantatreenne al momento dell'aggressione al rivale. A metterlo nei guai, però, oltre alle immagini del video, ci ha pensato una foto memorizzata nello smartphone dell'uomo. In una foto inviata tramite WhatsApp a un amico il pomeriggio del quindici gennaio, il disabile appare con un giubbotto sportivo di color azzurro chiaro. Quel giubbotto, ne sono convinti i poliziotti, è lo stesso indossato dall'uomo che appare nel video dell'aggressione. (da CataniaToday)