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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Roma, così i detenuti ordinavano la droga col cellulare

I carabinieri hanno sequestrato 35 chili di droga consegnati anche nel carcere di Rebibbia

ROMA - Droga e cellulari nel carcere romano di Rebibbia. L'indagine, partita dopo aver sorpreso un giovane spacciatore di hashish a Fonte Nuova, ha portato all'arresto di dieci persone e permesso di sequestrare, complessivamente, 35 chili di droga.

Come riporta RomaToday, stamattina i carabinieri della Compagnia di Monterotondo e della Sezione di polizia giudiziaria della Procura di Tivoli hanno dato esecuzione ad un'ordinanza che dispone misure cautelari nei confronti di dieci persone,di cui cinque custodie cautelari in carcere, quattro arresti domiciliari e un divieto di dimora nel Comune di Roma, emessa dal gip del Tribunale di Tivoli, su richiesta della locale Procura della Repubblica, per "detenzione e cessione di sostanze stupefacenti", "estorsione" e "violazione degli obblighi in materia di sorveglianza speciale".

L'indagine ha avuto inizio lo scorso mese di marzo, a seguito dell’arresto in flagranza di un giovane trovato in possesso, a Fonte Nuova, di 500 grammi di hashish. I successivi approfondimenti investigativi hanno consentito di individuare un gruppo di persone che, rifornite periodicamente da una persona con gravi precedenti penali originaria del quartiere romano di San Basilio, organizzavano e gestivano, sia direttamente che avvalendosi di collaboratori, lo spaccio di droga, prevalentemente hashish e cocaina, nelle zone di Fonte Nuova (Santa Lucia e Tor Lupara) e Mentana.

Le indagini condotte attraverso le intercettazioni telefoniche, l'installazione di telecamere e i pedinamenti, hanno consentito negli scorsi mesi di eseguire dodici arresti in flagranza che, dunque, si aggiungono alle dieci misure cautelari eseguite oggi e di sequestrare oltre 35 chilogrammi di hashish nonché rilevanti quantitativi di cocaina e marijuana. Sono state, inoltre, accertate consegne di sostanze stupefacenti nel carcere di Roma Rebibbia, eseguite approfittando dei colloqui dei familiari con i detenuti.

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