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Giovedì, 28 Marzo 2024
Città Sondrio

La montagna viene giù: prima il boato, poi la pioggia di terra e sassi

Da mesi i 1500 abitanti della zona vivevano prigionieri. La frana ha lasciato intatto il santuario di Gallivaggio

Un boato, una nube di polvere e poi 5mila metri cubi di montagna sono franati a Gallivaggio, in provincia di Sondrio.

I massi precipitati a valle hanno travolto un traliccio dell'alta tensione ma hanno lasciato intatto il santuario e il campanile di Gallivaggio.

Da oltre un mese i 1500 abitanti della zona vivono in una situazione di criticità. Una situazione iniziata lo scorso 13 aprile, quando alcune rocce si erano staccate dal versante della montagna sovrastante il santuario di Gallivaggio e la statale 36, spiega Il Giorno. Chiusa al traffico la strada e impedito anche il transito nelle fasce orarie protette, a causa del pericolo costituito dall'ammasso di rocce instabili, gli abitanti di Madesimo e Campodolcino erano stati costretti ad aggirare il percorso a piedi, percorrendo un sentiero accidentato. Tutto questo ha avuto anche inevitabili ripercussioni sull'economia.

La frana sopra il santuario di Gallivaggio

Nella mattinata di ieri erano state evecuate due persone in località Castagneto, zona dove era stato imposto il divieto di circolazione sulla statale 36 e la Protezione civile aveva allungato il tratto di strada bloccata, spostando il blocco del traffico in località Le Pompe. 

Il crollo, scrive Il Giorno, era stato ampiamente previsto dai tecnici dell'Arpa, l'Agenzia Regionale per la protezione ambientale.

Frana a Gallivaggio, la situazione dopo il crollo

I danni al Santuario della Madre della Misericordia, alle strutture limitrofe, alla strada statale ed al suo ponte, a seguito del primo possibile sopralluogo aereo, sono prossimi allo zero. Il vallo paramassi realizzato a monte del santuario ha svolto pienamente la sua funzione di contenimento raccogliendo gran parte del materiale staccatosi dalla montagna, scrive SondrioToday.

"Quanto accaduto - commentano in una nota congiunta le autorità locali - conferma che le scelte, a volte non comprese o molto criticate, assunte dagli amministratori erano fondate su solide basi tecniche e scientifiche, che sulla sicurezza non si scherza e non si può dare nulla al caso".

Il presidente della Provincia di Sondrio, Luca Della Bitta, ha scritto un messaggio su Facebook: 

Stremati, sfiniti, ma forti, piu di prima. Dopo una giornata e oltre 40 giorni che non dimenticherò mai.
Hai avuto paura? Si, molta. Paura di fronte ad una natura che non governi e non controlli. Paura di non essere all'altezza, di non farcela, di...
E che cosa fare?
Semplicemente esserci, affrontarla, dare il massimo, ogni istante, combattere. 
Semplicemente sapere di non essere solo ma parte di una grande famiglia, di una squadra di colleghi amministratori, di tecnici, di volontari, di una comunità che attende e accompagna.
Semplicemente arrivare al confine del limite umano, del possibile.
Il resto poi è nelle mani di ciò che molti chiamano destino e altri Cielo.
Guardare dentro una nube buia, densa, rumorosa e asfissiante di polvere e pensare a te sul tuo Massif amico Walter Pilatti.

No. La paura non vince.
Non ci si ferma.
La strada è ancora lunga e non sarà breve. Sará difficile ed in salita
Non saranno le fatiche e gli insulti a fare rallentare il passo.
Si torna a combattere, insieme al cielo e agli uomini che lo vorranno fare insieme a noi.
Forti, senza paura.
Grazie, c'è una terra che ha voglia di rivincita, di futuro.
Ce la faremo. Insieme.

#forzavallespluga

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