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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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"Io, presa per pazza perché parlavo di 'ndrangheta nel milanese"

MilanoToday intervista Ester Castano, giovane cronista di "Altomilanese". E' stata la prima a denunciare i rapporti "poco chiari" tra il sindaco di Sedriano, Celeste, e alcuni esponenti malavitosi. Da lì, per lei, è iniziato un "calvario" di minacce e querele

MILANO - Una giovane giornalista coraggiosa. Con queste parole si può tranquillamente definire Ester Castano, cronista per il settimanale Altomilanese. Ester, per oltre un anno e mezzo, è stata bersagliata dalle querele per diffamazione di Alfredo Celeste, primo cittadino di Sedriano arrestato lo scorso 10 ottobre per i suoi rapporti ravvicinati con Eugenio Costantino, presunto "faccendiere" della 'ndrangheta all'ombra della Madonnina.

Innanzitutto, racconta di te. Chi è Ester?

Ester Castano, studentessa di lettere, pubblicista dal 2011. Ho iniziato a collaborare con testate giornalistiche cinque anni fa, e ad oggi mi occupo di varie tematiche. Una fra tutte cronaca giudiziaria e le infiltrazioni mafiose.

Cos'è successo tra te e Alfredo Celeste?

Nell'ottobre del 2011 il settimanale Altomilanese mi ha chiesto di seguire la politica amministrativa di Sedriano, paese di 10mila abitanti dell'hinterland di Milano. Ma sin dalla mia prima intervista al sindaco Alfredo Celeste - agli arresti domiciliari - ho avuto qualche problema di natura legale: già quel primo articolo è stato oggetto di querela.

Di che cosa hai parlato nella tua intervista al sindaco di Sedriano?

La mia intervista riguardava la Minetti che era stata invitata a Sedriano dal sindaco come madrina per un concorso di creatività femminile svoltosi nel maggio 2011. In quell'occasione un centinaio di cittadini manifestarono il proprio disappunto fuori dall' auditorium in cui si svolgeva l'evento, fra cui una suora e una maestra di scuola elementare.

Cosa successe?

Le due donne furono strattonate e aggredite verbalmente dal faccendiere del sindaco (Silvio Marco Scalambra, oggi in carcere al San Vittore assieme a Eugenio Costantino) su suggerimento dello stesso Celeste, e decisero di scrivere una lettera ai carabinieri per raccontare dell'accaduto. Questa lettera finì nelle mani di Antonio Oldani, presidente del comitato Pace del magentino, che la diffuse alla stampa locale. Il sindaco decise di pagare quello che lui riteneva essere il suo 'amico avvocato' 7020 euro per valutare se in quella lettera ci fossero i presupposti di querela. Io, incuriosita, andai ad intervistare il sindaco - era ottobre 2011 - per chiedere conferma: Celeste mi raccontò che il legale da lui scelto era una sua fidata conoscenza, un amico di vecchia data, retribuito con soldi pubblici.

Tu riportasti la vicenda.

Scrissi tutto su Altomilanese, la cosa non piacque ai due che mandarono lettere di querela sia a me che al mio direttore, oltre a tutti gli edicolanti della zona che avevano esposto le locandine del giornale complici, a parere del sindaco e del suo legale, del reato di diffamazione.

Le querele di Celeste avranno conseguenze giudiziarie?

È difficile stabilire il procedimento delle querele in sé. Ad oggi né io né il direttore siamo stati chiamati in tribunale, però la Procura ha acquisito i nostri dati. E' possibile che il Pm abbia deciso di archiviare le molteplici richieste che ci sono state fatte, o che i procedimenti penali nei nostri confronti siano ancora in corso e i magistrati in fase di valutazione. Siamo ancora sulle spine.

Anche sulle richieste che il sindaco faceva ai carabinieri hai avuto molto perplessità.

Il fatto paradossale della vicenda è che il sindaco Alfredo Celeste ha utilizzato più e più volte i carabinieri come mezzo per interloquire con me. Io ho un profondo rispetto per l'Arma, ma mi continuo a chiedere per quale motivo i militari abbiano rivestito il ruolo di ambasciatori del primo cittadino con cui, fra le altre cose, il dialogo mi era stato proibito da lui stesso. Ad alcuni miei articoli che trattavano tematiche delicate come la presenza della 'ndrangheta a Sedriano, il sindaco non mi chiamava direttamente dicendomi: "Che cosa sta scrivendo?", ma chiedeva a ai carabinieri di convocarmi in caserma e di invitarmi a cambiare argomento, di non trattare più un determinato fatto di cronaca. A seguito di una domanda posta al sindaco riguardo una sparatoria, i carabinieri mi convocarono in caserma per notificarmi una lettera in cui Celeste specificava che se gli avessi rivolto nuovamente la parola, avvicinandolo direttamente o semplicemente chiamandolo al telefono, mi avrebbe denunciata per molestie.

Un'intimidazione, secondo te?

Sì, una vera e propria intimidazione per la libertà di stampa, soprattutto per le tematiche che mi sono trovata ad affrontare, argomenti che a Celeste davano fastidio al punto da far intervenire le forze dell'ordine.

Dopo questa esperienza vorrai continuare a fare giornalismo d'inchiesta o cambierai genere?

A me interessa descrivere la città. La criminalità organizzata - purtroppo - è un aspetto che interessa la metropoli e il suo hinterland. Ho molteplici interessi, una sensibilità particolare per l'inchiesta, ma non è l'unico. Finalmente a Sedriano sono arrivate le carte della magistratura che confermano quanto noi abbiamo scritto durante quest'anno. Se prima degli arresti venivamo descritti come visionari, ora ci vengono riconosciuti i giusti meriti. (da MilanoToday)
 

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