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Giovedì, 25 Aprile 2024
CRONACA / Catanzaro

Lamezia Terme, agguato nella notte: imprenditore ucciso e bruciato

La vittima, un imprenditore edile di 40 anni, stava rientrando a casa quando è stato ucciso con diversi colpi di pistola. Poi la sua auto, con lui dentro, è stata data alle fiamme

LAMEZIA TERME (CATANZARO) - Agguato e orrore nella notte nella cittadina calabrese dove un imprenditore edile di 40 anni, Domenico Maria Gigliotti è stato ucciso con colpi di arma da fuoco. Poi la sua auto, con dentro il cadavere dell'uomo, è stata data alle fiamme. 

L'OMICIDIO - L'omicidio è stato compiuto davanti all'abitazione di Gigliotti intorno alle 4 mentre l'uomo stava facendo rientro a casa a bordo della sua Bmw station wagon. Sul luogo dell'omicidio sono intervenuti i carabinieri e il personale della squadra mobile di Catanzaro.

LE INDAGINI - Il corpo di Gigliotti è rimasto carbonizzato nell’incendio provocato dai suoi assassini e le fiamme hanno reso quasi irriconoscibile l’auto dell’uomo. Sulla portiera della vettura sono però ancora evidenti i colpi di arma da fuoco. Decisiva per capire la dinamica dell'agguata sarà la testimonianza della moglie di Gigliotti: è stata lei, infatti, a chiamare i soccorsi. Dopo avere sentito i colpi di pistola, infatti, si è affacciata da una finestra. Gli investigatori stanno sentendo altri familiari e conoscenti, per cercare di risalire ad eventuali contrasti nati con gli ambienti criminali lametini. 

gigliottiLA VITTIMA - Da quanto si apprende Gigliotti non risulta avere collegamenti diretti con la criminalità organizzata: gestiva un’impresa di costruzioni, la Giesse, e in passato aveva subito alcune perquisizioni da parte delle forze dell’ordine. I rapporti di polizia lo descrivono infatti come un personaggio violento, con un passato da ultras della Vigor Lamezia, già raggiunto anche da un Daspo, il divieto di frequentare lo stadio durante le manifestazioni sportive.

LA MOGLIE - Sua moglie, Rosa Curcio, è titolare di un'agenzia di viaggi coinvolta nei mesi scorsi in un’indagine della Guardia di finanza che aveva portato al sequestro preventivo della società per una presunta vicenda legata alla vendita di crociere e viaggi definiti "fantasma". La donna ha fatto sapere, attraverso il suo legale, di "non aver posto in essere alcuna truffa, ma di essere stata essa stessa vittima di una condotta contrattuale scorretta posta in essere da alcuni fornitori di servizi turistici".

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