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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Veleno nell'aperitivo per un debito: farmacista in fin di vita

Un farmacista milanese è in coma irreversibile, dopo aver bevuto un aperitivo avvelenato. Fermato un 50enne che confessa: sarebbe stato lui a mettere il cianuro nel bicchiere. Un debito di 270 mila euro sarebbe il movente

MILANO - L'aperitivo fatale gli è stato servito da un conoscente. Un crodino "corretto" con una dose massiccia di cianuro, il veleno fornito in precedenza da lui stesso al presunto omicida, che gliel'aveva chiesto con una scusa. E ora Luigi Fontana, 64enne stimato farmacista milanese, è in coma irreversibile. Inizialmente, quando era stato trasportato in ospedale, si pensava ad un tragico malore. Ma poi la verità, con le indagini della polizia, è iniziata lentamente a venire a galla.

L'uomo aveva deglutito una boccetta di cianuro. A metterla nell'aperitivo, che gli aveva offerto "gentilmente" in un bar a pochi passi dalla farmacia Barocco - in via Forze Armate 112 - sarebbe stato Gianfranco Bona, titolare di una piccola azienda di autotrasporti con sede proprio nella zona della farmacia.

IL MOVENTE: UN DEBITO DI 270 MILA EURO - L'uomo avrebbe confessato. Tra i due c'era un debito non saldato di circa 200mila euro, diventati 270 con gli interessi. Bona, infatti, si occupa, tra le altre cose, di trasporto di farmaci. Complice la crisi, e le difficoltà di accesso al credito, aveva chiesto un prestito all'amico farmacista. Soldi che, con gli interessi, sono lievitati, e che l'autotrasportatore non sarebbe mai stato in grado di pagare. Così la decisione drastica: eliminare per sempre il proprio creditore, avvelenandolo ma facendo credere che sia stato un malore. Luigi Fontana, in condizioni disperate all'ospedale "Città Studi", ha moglie e due figlie grandi. (da MilanoToday)
 

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