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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Morì dissanguata dopo la caduta contro una porta a vetri, assolto chi le vendette la casa

Il tribunale ha ritenuto innocenti i due fratelli - colui che aveva venduto l'immobile e l'altro che lo aveva costruito - accusati di omicidio colposo per la morte di Manuela Rosselli e del figlio di sette mesi che portava in grembo

Sono stati assolti "per non aver commesso il fatto" i due fratelli rinviati a giudizio dalla Procura di Ivrea con l'accusa di omicidio colposo per la morte di Manuela Rosselli e del figlio di sette mesi che portava in grembo.

Era il novembre 2014: la donna, 40enne impiegata della Coca Cola, era rimasta ferita da un frammento di una porta a vetri che le aveva reciso l'arteria femorale. Portata d'urgenza in ospedale, era morta poco dopo, insieme al suo bambino. 

Armando e Pasquale Seva erano rispettivamente colui che aveva venduto l'immobile alla famiglia della vittima e quello che con la sua impresa l'aveva costruito, come riporta Davide Petrizzelli su TorinoToday.

Secondo il giudice Anna Mascolo del tribunale di Ivrea, che ha pronunciato la sentenza lunedì 16 luglio 2018, nessuno dei due è responsabile. Le motivazioni verranno rese note tra tre mesi.

"In quella sede - spiega l'avvocato Marco Stabile, che ha difeso gli imputati - verrà spiegato se l'assoluzione riguarda il fatto che i miei clienti hanno dimostrato di non aver posato loro quelle porte con i vetri non a norma in quella casa o anche perché la responsabilità penale per un fatto del genere non può essere imputata a due persone che si sono limitate a vendere una casa non essendo loro i produttori di porte, e quindi non essendo assoggettabili alla normativa comunitaria in tema di sicurezza per la vendita di prodotti che potrebbero essere difettosi".

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