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Giovedì, 25 Aprile 2024
Città Venezia

La marcia dei migranti contro il "campo lager": in 200 sulle strade e c'è anche un morto

Da due giorni sono iniziate nuove proteste nel centro di accoglienza per migranti di Conetta. Un centinaio di migranti della ex base militare di Cona non vogliono rientrare nel campo per le condizioni di sovraffollamento: "Il campo di Conetta è un lager"

Hanno trascorso la notte nella chiesa parrocchiale di Codevigo (Padova), poi giovedì mattina hanno ripreso la propria marcia, zaino in spalla, trolley e coperte al seguito, verso Mira, tappa intermedia per raggiungere Venezia. Il tutto scortati dalle forze dell'ordine che stanno studiando un tracciato alternativo alla Romea, per evitare disagi alla circolazione dei mezzi. Si tratta dei quasi 200 migranti che lunedì hanno lasciato il centro di accoglienza di Cona per protestare contro le cattive condizioni all'interno del centro di accoglienza.

Il gruppo diretto in laguna mercoledì pomeriggio è stato bloccato a Codevigo. Nella tarda serata un ivoriano di 35 anni, intenzionato a raggiungere i compagni a bordo di una bicicletta con i fanali rotti è morto dopo essere stato travolto da un'automobile, un suo connazionale è rimasto invece ferito (DETTAGLI).

Nella notte tra mercoledì e giovedì il sindaco di Codevigo, Annunzio Belan, aveva cercato, in accordo con la prefettura di Venezia, di convincere i richiedenti asilo a salire all'interno di due autobus, per evitare di trascorrere la notte all'addiaccio. Ne è seguito un rifiuto netto da parte dei protestanti, per evitare che la protesta perdesse di visibilità. È quindi entrato in gioco il vescovo, che ha autorizzato l'apertura della chiesa parrocchiale: i profughi, in cambio dell'ospitalità, si sono impegnati a pulire l'edificio e il piazzale antistante.

I motivi della protesta

Numerose le rimostranze dei manifestanti contro la sistemazione nel campo di Conetta: dal cibo alla lentezza delle procedure burocratiche di richiesta asilo, dal sovraffollamento (comunque inferiore rispetto ai mesi scorsi) alla decisione della cooperativa che ha in gestione l'accoglienza di rimuovere alcune stufette elettriche dalle tende per motivi di sicurezza. In più lunedì la questura ha notificato la revoca delle misure di accoglienza a un profugo ivoriano per un'aggressione di cui si è reso protagonista nei mesi scorsi nel campo. Altra motivazione che ha indotto i "compagni" a uscire dall'ex base e protestare.

Dopo la tragedia e la notte in chiesa, riparte la marcia

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