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Giovedì, 18 Aprile 2024
Città Napoli

Addio Marzia, una città intera piange la biologa scomparsa a 28 anni

I funerali della ragazza si sono tenuti a Bacoli

Marzia Di Meo aveva solo 28 anni. Bacoli, la sua città natale in provincia di Napoli, piange una scomparsa prematura quanto inspiegabile: a portarla via è stato un male incurabile. Giovane, studentessa modello, Marzia si era laureata con ottimi voti ed aveva intrapreso la carriera di biologa nutrizionista.

Il commosso ultimo saluto alla 28enne, scrive NapoliToday, è stato dato nella chiesa di Sant'Anna, patrona della cittadina flegrea.

Tra i primissimi a raccontare la tragedia è stato Josi Gerardo Della Ragione, consigliere comunale ed ex sindaco di Bacoli. Commosso il saluto che ha dato, sulla sua pagina Facebook, alla ragazza e amica.

"È da ieri che cerco di trovare un senso. Non l'ho trovato. Perché non c'è. Ci sono momenti che porterai con te, per sempre. Forti, intensi, terribili. Momenti in cui sei solo, in mezzo a tanti; momenti in cui un'intera comunità soffre, insieme, ma con soggettività differenti. C'è chi tace e chi piange; chi passeggia e chi invece, fermo, aspetta; chi guarda in cielo per cercare un perché, e chi abbassa lo sguardo, verso terra, per cercare chi più non c'è. Momenti in cui ti accorgi che il silenzio è il grido più penetrante che esista. Un boato, un terremoto che non scuote pareti e pilastri. Ma sconvolge le coscienze. Le fa tremare. Stamattina, ai piedi di Sant'Anna, Bacoli ha dato il suo ultimo saluto ad una ragazza che ha combattuto l'incubo della sofferenza, senza però perdersi d'animo: realizzando, mattone dopo mattone, i sogni di una vita. Aveva 28 anni, amava vivere. Nel raccontarla, nel ricordarla, gli amici più cari utilizzavano due parole su tutte: "guerriera", "sorriso". Bacoli ha pianto Marzia, Emerenziana. Dottoressa, biologa, nutrizionista. L'emozione collettiva che, questa domenica, ha attraversato la città resterà patrimonio collettivo del nostro paese. In un anno che, qui da noi, sarà ricordato come tra i più devastanti di sempre. E non esiste parola capace di lenire la tragicità di una morte così tragica e prematura; non esiste omelia che possa arrecare conforto. Le immagini, solo la fotografia del reale, possono dare, come fosse un'epifania, un senso all'imperscrutabile senso dell'esistenza. E così mentre Marzia, per l'ultima volta e sostenuta dalle lacrime di chi le ha voluto bene, risaliva la scalinata della sua chiesa, dal portone d'ingresso scendevano giù, in vestito bianco, bambini appena battezzati. Fine e inizio. Nascita e morte. Il ciclo della vita. In una staffetta che lega cielo e terra. Possano i sogni, la tenacia, la gioia sul volto e la speranza di chi va via, tracciare la strada di chi arriva. E soprattutto di chi, devastato dal dolore, resta. Ciao Marzia, guerriera col sorriso".
 

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