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Venerdì, 19 Aprile 2024
CRONACA / Napoli

Non ha i soldi per pagarsi il funerale: lasciato nove giorni in obitorio

Giovanni, 55 anni, è morto all'ospedale Cardarelli il 17 giugno scorso. I parenti hanno chiesto il funerale comunale che in realtà non è mai arrivato. Negata anche la messa

NAPOLI - Viveva di lavoretti saltuari Giovanni. Raccoglieva frutta e verdura nei campi del suo quartiere, Marinella, per riuscire a regalarsi la cena. Uno scantinato di qualche metro quadro e tanti sacrifici per riuscire a sopravvivere, nient'altro. Quando il 17 giugno scorso è morto, all'età di 55 anni, non pensava che avrebbe dovuto continuare a soffrire. 

Ed, invece, è stato proprio così. Un arresto cardiaco, dovuto ad una feroce malattia che lo ha stroncato in meno di sei mesi, lo ha portato via mentre era all'ospedale Caldarelli. Lo stesso ospedale in cui è rimasto per nove giorni aspettando che il carro del Comune lo portasse via. Già, perché Giovanni non aveva nemmeno i soldi per pagarsi un funerale e una sepoltura e, spiega suo cugino Pasquale a Leggo, "così ci siamo rivolti al Comune per richiedere il servizio di trasporto gratuito". 

"Ad oggi, però, non si è visto nessuno e nemmeno ci hanno dato speranze per i prossimi giorni. A questo punto aspettare ancora diventa impossibile. I medici del Cardarelli ci hanno detto che non possono più tenerlo in obitorio" dice sconsolato Pasquale.  

Il quartiere, però, ha deciso di reagire. Grazie alla collaborazione di un gruppo di amici e parenti, si è messa in moto la macchina della solidarietà: "Stiamo organizzando una colletta - aggiunge il cugino - abbiamo già raccolto buona parte del danaro necessario, per fortuna abbiamo trovato il responsabile di un'agenzia di pompe funebri che ha preso a cuore il nostro caso, ci farà pagare solo 2500 euro mentre tutti ne avevano chiesti almeno mille in più. Abbiamo sbagliato ad aspettare tanto, la raccolta dovevamo farla prima, a quest'ora mio cugino avrebbe già avuto la giusta sepoltura". 

Finalmente, quindi, Giovanni dovrebbe avere una degna sepoltura e una messa. Ed è stata proprio la celebrazione della cerimonia in chiesa a creare altri problemi e a rallentare ulteriormente l’intervento del Comune. Gli addetti al servizio defunti di Palazzo San Giacomo avevano comunicato alla famiglia di Giovanni, infatti, che non avrebbero portato la salma in chiesa per dare la possibilità di celebrare il sacramento, bensì direttamente al cimitero. Insomma, sembra che per il Comune fosse troppo impegnarsi a "regalare" a Giovanni una messa prima della sepoltura. 

"Non capisco per quale ragione il Comune si rifiuta di accompagnare il morto in chiesa prima di portarlo al cimitero. Un aggravio di spesa, forse? O troppa fatica per i dipendenti?". A chiederselo è Angelo Pisani, presidente dell'ottavo Municipio, a cui i parenti di Giovanni si sono rivolti nei giorni scorsi per presentare la dichiarazione di morte e inoltrare la pratica per ottenere il funerale comunale. 

"Una situazione vergognosa - prosegue il presidente Pisani - vi sembra possibile che se una persona non lascia i soldi per pagarsi il funerale debba rimanere per giorni in un obitorio o, peggio, a casa? E poi, mi chiedo ancora, quando gli addetti del Comune hanno finalmente prelevato la salma, perché devono portarla direttamente al cimitero negando ai familiari la possibilità di celebrare il funerale? Quanto costa fermarsi mezz’ora in una chiesa? È una questione di carità cristiana, non altro". Una carità che evidentemente non c'è stata. 

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