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Sabato, 20 Aprile 2024
Città Frosinone

"No al taglio delle Province": il sindaco beve l'olio di ricino

Singolare protesta del primo cittadino di Frosinone, Nicola Ottaviani, davanti a Palazzo Madama a Roma. Presenti molti amministratori locali del centro Italia

FROSINONE - La Ciociaria dice "no" all'accorpamento tra le province di Frosinone e Latina - come stabilito dal decreto del governo Monti - e lo fa con un gesto provocatorio del suo sindaco. Ieri pomeriggio, davanti al Senato a Roma, il primo cittadino di Frosinone Nicola Ottaviani ha bevuto qualche goccia di olio di ricino in segno di protesta.

"Durante il Ventennio - ha detto Ottaviani - venivano risolte così le problematiche della democrazia e sembra che ormai siamo tornati a quei tempi. Il decreto sul riordino delle Province è in palese violazione con l'articolo 133 della Costituzione, che prevede che si possa procedere agli accorpamenti solo su iniziativa dei comuni. Qui - conclude - non si tratta di difendere il prestigio di un capoluogo o di una provincia, bensì il territorio. Questo decreto è l'ultima mazzata per l'economia della Ciociaria. Il governo continua a vessare le province con politiche che stanno penalizzando le popolazioni".

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Alla protesta hanno partecipato anche altri amministratori locali del centro Italia, in particolare di Frosinone, Latina, Chieti, Avellino e Siena. "Armati" di forcine per i capelli, gli amministratori locali hanno inscenato una singolare protesta: "Siamo qui con queste forcine - spiega il sindaco di Frosinone - perché nella storia ci si è sbarazzati dei grandi dittatori con la rivolta dei forconi, ma in questo caso si tratta di piccoli dittatori e bastano dunque le forcine".

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I sindaci puntano il dito contro le decisioni sulla soppressione delle Province prese dal governo e contro gli accorpamenti che, secondo gli amministratori, calpestano la democrazia e i territori. Sulla stessa linea anche il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio. "Le popolazioni - ha detto - vengono così violate da una norma voluta da un governo non eletto". Per il primo cittadino vengono dunque violati "il territorio e la democrazia" quindi questo riordino e' "inaccettabile e provoca la chiusura degli uffici periferici determinando povertà sui territori".

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