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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca / Foggia

Non voleva lasciare la moglie: lo uccide dopo relazione di 13 anni

Svolta nell'omicidio di Angelo Radatti, imprenditore 57enne, il cui corpo venne ritrovato il 7 dicembre martoriato da 87 coltellate. A ucciderlo è stata l'amante

APRICENA (FOGGIA) - Svolta nelle indagini dell’omicidio di Angelo Radatti, il 57enne di Apricena assassinato con 87 coltellate lo scorso 6 dicembre, il cui cadavere venne ritrovato la sera del giorno successivo nelle campagne dell’alto Tavoliere, nel Foggiano.

Ieri mattina i carabinieri del comando provinciale di Foggia hanno eseguito fermato Anna Lombardi, 42enne di Apricena, accusata  di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione. Ad incastrare la donna è stato, di fatto, un gesto di rabbia: un paio di guanti in lattice sfilati dalle mani e gettati nell’erba, elementi che hanno costituito il reperto-principe sul quale i militari del nucleo investigativo, insieme a quelli della compagnia di San Severo, hanno ricostruito quanto accaduto.

Un gesto di rabbia e di sdegno immortalato dalle telecamere di un sistema di videosorveglia posto su via San Severo (verso il centro abitato di Poggio Imperiale, ovvero a circa 400 metri dal luogo dell’omicidio), il cui filmato mostra la donna – che da oltre 10 anni aveva una relazione extraconiugale con la vittima – disfarsi nervosamente di un paio di guanti in lattice bianchi, reperti puntualmente recuperati dai militari ed analizzati dagli esperti del Ris di Roma che hanno accertato che il sangue presente esternamente è compatibile con il dna della vittima, mentre "l’essudato" interno è compatibile con il profilo dell’indagata.

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I due, spiegano gli inquirenti, avevano avuto una lunga relazione, ultradecennale, interrotta bruscamente prima della passata estate perché la donna – vedova e madre di due figli – pretendeva che l’uomo lasciasse la propria famiglia ed andasse a vivere con lei. Si sarebbe trattato, quindi, non di un delitto d’impeto - come classificato dagli inquirenti nelle ore immediatamente successive al ritrovamento del cadavere – ma figlio di una vendetta voluta e cercata, come dimostrato dall’uso dei guanti in lattice e dal maldestro tentativo di bruciare l'auto, per cancellare ogni traccia, alimentando le fiamme con del liquore per torte.

Il cadavere di Radatti venne trovato all’interno dell’auto, accasciato sul volante della sua Fiat Punto di colore bianco, parzialmente bruciata, all’interno della quale si era consumato l’omicidio. A ritrovare il corpo ormai senza vita dell’uomo, nel pomeriggio del 7 dicembre, fu un pastore in transito sulla provinciale 39, quella che collega Poggio Imperiale ad Apricena. La vittima, però, è stata uccisa, verosimilmente, tra le 19 e le 20.45 del giorno precedente. Ottantasette le coltellate inferte sul suo corpo, soprattutto nella zona del tronco e del basso ventre; quattro quelle mortali, al polmone destro e nelle vicinanze del cuore. Tutte le altre, invece, sono ferite superficiali inferte per rabbia, “come a voler infierire su un corpo quasi inerte”, spiegano gli inquirenti. (da Foggia Today)

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