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Giovedì, 28 Marzo 2024
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"Ma che fai? Aspetto un figlio da te": lui la sgozza, poi va dal barbiere

Ana Maria Lacramioara Di Piazza, 30 anni, è stata uccisa a Partinico dall'uomo sposato con cui aveva una relazione, un imprenditore del posto dal quale lei aspettava un figlio. L'uomo ha confessato

Emergono dettagli agghiaccianti sull'omicidio di Partinico. Ana Maria Lacramioara Di Piazza, 30 anni, è stata uccisa dall'uomo sposato con cui aveva una relazione, un imprenditore del posto dal quale lei aspettava un figlio. "Che vuoi fare? C’è il bambino. Io ti amo": queste sarebbero state le ultime parole della donna prima di essere sgozzata, secondo i giornali locali. Come se nulla fosse accaduto il 51enne imprenditore poi è andato dal barbiere.

Il cadavere della donna, barbaramente uccisa a coltellate, è stato rinvenuto ieri sera nelle campagne di Partinico non lontano dalla strada statale. L'uomo, A.B., è stato fermato e ha confessato: è stato emesso un decreto di fermo per l’uomo con le accuse di omicidio, occultamento di cadavere e procurato aborto.

E' Riccardo Campolo a ricostruire per PalermoToday la dinamica di una tragedia che scuote la cittadina.

Omicidio Partinico, così è stata uccisa Ana Maria Lacramioara Di Piazza

La segnalazione alle forze dell'ordine è arrivata ieri pomeriggio: un cittadino ha chiamato i carabinieri raccontando di aver visto tramite le sue telecamere un uomo senza pantaloni che aggrediva una donna. Lì sarà ritrovato il coltello. Poi nelle campagne tra Alcamo e Balestrate un altro testimone avrebbe visto una ragazza mentre cercava di scappare da un furgone e veniva inseguita da un uomo. Il fatto che il testimone fosse riuscito ad annotare parte della targa e delle scritte presenti sul mezzo ha agevolato le indagini dei carabinieri.

Il corpo senza vita di  Ana Maria Lacramioara Di Piazza è stato trovato poco più tardi in un terreno lungo la strada statale 113, avvolto in alcune coperte e nascosto tra le sterpaglie.

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I carabinieri di Partinico, coordinati dalla Procura di Palermo, sono riusciti a risalire al furgone bianco che si trovava parcheggiato nel piazzale dell'impresa di famiglia, formalmente intestata alla moglie, che opera nel settore della progettazione e realizzazione di piscine. Accanto c’era un'idropulitrice utilizzata per lavare il mezzo ed eliminare le tracce di sangue. Sulla scorta di questi elementi sono state avviate le ricerche dell’imprenditore che dopo l’omicidio, come ricostruito dagli investigatori, aveva continuato la sua giornata come se nulla fosse mai accaduto: si era fatto un giro per Partinico, era passato in Questura per alcune pratiche burocratiche e poi era andato dal barbiere.

L'imprenditore, sposato e padre di una bambina, ha confessato. Avrebbe ucciso Ana Maria infilzandola con un coltello proprio allo stomaco, per poi colpirla più volte con un bastone di legno. Alla fine le avrebbe inferto una ferita mortale al collo. E’ possibile - scrive PalermoTodayche Ana Maria si fosse stancata di quella relazione ancora clandestina, soprattutto alla luce dell’arrivo del bambino. 

La Procura ha disposto il fermo e la misura cautelare del carcere, con le accuse di omicidio, occultamento di cadavere e procurato aborto con le aggravanti della crudeltà e dei motivi abietti e futili.

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