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Giovedì, 28 Marzo 2024
Città Pescara

Confessa l'omicidio della moglie, reato prescritto: non va in carcere

Niente carcere per Giulio Cesare Morrone, l'uomo che nel 1990 uccise la moglie e la gettò in un canale a Ferrara, per poi mantenere il segreto per 23 anni. Per lui è scattata la prescrizione. La rabbia dei familiari della vittima

PESCARA - Ha confessato, ma non sconterà neppure un giorno di prigione. Il gup del Tribunale di Pescara Gianluca Sarandrea ha deciso oggi di non procedere a carico di Giulio Cesare Morrone, che nel 1990 avrebbe ucciso la moglie, Teresa Bottega, nel pescarese, al culmine di una delle tante liti che segnavano il loro rapporto.

Le motivazioni della decisione sarebbero legate all’intervenuta prescrizione. Il pm, Valentina D’Agostino, aveva chiesto 16 anni di reclusione nel corso del processo con rito abbreviato. Gli investigatori hanno riaperto il caso, che era stato archiviato come scomparsa volontaria, e nel corso di una confessione Morrone ha ammesso di essere l'assassino. Determinante per far riaprire il ‘cold case’ risolto dopo 22 anni, è stata la testimonianza di un uomo che ha scoperto tutto dal racconto di un sacerdote il quale, a sua volta, aveva ricevuto la confessione di Morrone.

Sarebbe stato lui stesso a disfarsi del corpo della moglie in provincia di Ferrara. Quando è scomparsa Teresa Bottega aveva 35 anni, il marito 34. Il corpo della donna non è stato mai trovato. Secondo i legali della difesa, il giudice non ha riconosciuto l’aggravante dei futili motivi, facendo scattare così un diverso calcolo della pena. La legge dispone che solo i reati che prevedono l’ergastolo sono imprescrittibili, ma senza l’aggravante l’ergastolo è sfumato, portando così alla prescrizione.

"E' un omicidio impunito. Si è solo liberato. Ha studiato tutti i particolari, sapeva che il reato sarebbe andato in prescrizione", ha commentato una delle sorelle della vittima, in lacrime, al termine della lettura della sentenza. Fuori dall’aula del gup Tribunale di Pescara era presente anche la sorella di Morrone, la quale ha commentato che nella vicenda "non ci sono né vincitori e né vinti". Di diverso avviso, i familiari della vittima, secondo cui "ha vinto Morrone, perché è libero, si è goduto la vita". "Ha studiato tutto nei minimi particolari - ha ribadito la sorella di Teresa Bottega - adesso dice di essere un benedettino, lui è un diavolo. Ha fatto uscire fuori la verità quando sapeva che sarebbe intervenuta la prescrizione, così si è liberato di questo peso. Adesso sta tranquillo". Morrone non ha rilasciato dichiarazioni ai cronisti si è solo limitato a dire "sia lodato Gesù Cristo". (da ilPescara)

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