PIACENZA - La crisi economica e sociale porta a galla episodi spiacevoli che spesso fanno mettere da parte il buonsenso. Un 67enne, pensionato con la "minima" e ammalato, nel febbraio dello scorso anno aveva rubato due fette di salmone e tre tavolette di cioccolato dagli scaffali di un supermercato all'interno di un centro commerciale della città. Un piccolo tentativo di risparmiare sulla spesa, anche se il fatto resta un reato.

Scoperto, l'uomo, roso dalla vergogna, era stato denunciato per furto. Valore della refurtiva: 19 euro. Un avvocato suo amico, Stefano Piva, si era offerto di difenderlo e, nel frattempo, aveva risarcito abbondantemente il danno con un assegno di 100 euro, denaro comprendente eventuali spese avesse sostenuto il supermarket.

Il legale aveva anche chiesto che la querela venisse rimessa. Dal supermercato, però, nessuna risposta. Una dimenticanza o, forse, la scelta di adottare una linea dura contro i tanti furti di questo tipo che oggi i supermercati subiscono.

E così, questa mattina, il caso del pensionato è finito in tribunale, davanti al pm Arturo Iacovacci e al giudice Adele Savastano. Un caso che costa tempo e denaro al già critico sistema giudiziario italiano e che si sarebbe potuto risolvere in una manciata di minuti. Macché.

In aula erano presenti solo giudice, pm e avvocato difensore. Della parte lesa nessuna traccia. Il giudice, allora - e da noi è la prima volta che accade - interviene con decisione e ordina l'accompagnamento coattivo (cioè con i carabinieri), il 5 febbraio, del legale rappresentante del supermercato. Ma Savastano fa di più. L'accompagnamento sarà revocato se la parte lesa rimetterà la querela o comparirà prima. Insomma, questa mattina, oltre al diritto è stato distribuito a piene mani anche il buon senso. (da ilPiacenza)