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Sabato, 20 Aprile 2024
Città Brescia

Epidemia di polmonite, ancora nuovi casi: è giallo sulla presenza del batterio

In corso le analisi ma verranno effettuati ulteriori approfondimenti. Allerta nelle scuole e code nei supermercati per comprare l'acqua in bottiglia, nonostante le rassicurazioni

Continuano le indagini sul boom di casi di polmonite segnalati in questi giorni. Al momento sono 138 i casi registrati in 18 comuni del Bresciano, 7 del Mantovano e 3 del Cremonese. Ben 17 in più rispetto a quelli già noti sabato. Di queste, 124 sono state ricoverate (tutti gli aggiornamenti su BresciaToday). Si procede intanto a campionamenti sulla rete idrica, fontanelle pubbliche e serbatoi d'acqua, ma anche nei rubinetti delle case private, mentre come riportano i quotidiani locali molta gente, nonostante le rassicurazioni, si rifiuta si bere o utilizzare l'acqua del rubinetto e quella in bottiglia è andata rapidamente a ruba nei supermercati. 

Cresce anche la paura in vista dell'imminente inizio dell'anno scolastico. I sindaci dei comuni dove si sono registrati il maggior numero dei casi - sono 9 quelli che rientrano nella zona rossa - si sono già mossi per sanificare gli impianti idrici dei plessi scolastici.

Polmonite nel bresciano, analisi a tappeto

Due soggetti sono risultati positivi alla legionella. "La stragrande maggioranza dei casi sottoposti ad una prima e tempestiva indagine diagnostica ha avuto esito negativo" ha reso noto l'assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera. L'indagine non esclude comunque la presenza del batterio, "pertanto verranno effettuati ulteriori approfondimenti" ha aggiunto. Sono in corso, inoltre, le analisi conoscitive sull'acqua potabile prelevata nei comuni con più casi (Carpenedolo, Calvisano, Remedello, Montichiari, Acquafredda) e, ha assicurato Gallera, "sono state date le informazioni di rito nei confronti del rischio legionella".

Si tratta di una vera e propria epidemia di polmonite - nello stesso periodo del 2017, i casi nel bresciano erano al massimo 5 -  che potrebbe essere stata causata dalla presenza del batterio nell'acqua. Il condizionale è d'obbligo, dato che si tratta solo di una tra le tante ipotesi al vaglio delle autorità sanitarie.

Torna l'incubo polmonite: il sospetto si fa strada 

Due, al momento, i decessi ma, secondo quanto riferito dall'assessore Gallera, non sono riconducibili alla legionella. La prima vittima è un ultraottantenne da tempo degente in una Rsa, per questa ragione sul suo corpo non è stata disposta l'autopsia. Saranno invece analizzati i tessuti dell'altra persona deceduta, una 69enne le cui condizioni di salute erano già fortemente compromesse.

Quanto ai casi di legionellosi accertati, si tratta di due persone di 57 e 58 anni che sono ricoverate nel reparto di terapia intensiva del Civile di Brescia. 

Che cos'è la legionella

La malattia del legionario, più comunemente definita legionellosi, è un’infezione polmonare causata dal batterio Legionella pneumophila. "La legionellosi - si legge su 'EpiCentro', portale dell'epidemiologia per la sanità pubblica, curato dall'Istituto superiore di sanità - è causata nel 90% dei casi dal batterio Legionella, del quale sono state identificate più di 50 specie diverse suddivise in 71 sierotipi. Le legionelle sono presenti negli ambienti acquatici naturali e artificiali: acque sorgive, comprese quelle termali, fiumi, laghi, fanghi". 

"Da questi ambienti raggiungono quelli artificiali, come condotte cittadine e impianti idrici degli edifici, quali serbatoi, tubature, fontane e piscine, che possono agire come amplificatori e disseminatori del microrganismo, creando una potenziale situazione di rischio per la salute umana".

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