Senza "inchini" non si cantano messe: caos alla processione di Salerno

SALERNO - Doveva servire ad evitare polemiche. Ad evitare soste "sospette". E' finita con fischi, insulti e un arcivescovo scortato da Digos e carabinieri. "Processione della vergogna" a Salerno, dove domenica si celebrava la festa in onore di San Matteo e dei Santi patroni della città. A fine serata, però, il clima era tutt'altro che festante. 

A scatenare la rabbia dei cittadini, la cui "rivolta" è stata guidata dai portatori, è stata la decisione di don Luigi Moretti di vietare le fermate lungo il percorso. Dopo gli inchini a boss e protettori, la Conferenza episcopale aveva deciso: stop alle soste. E l'arcivescovo di Salerno non aveva potuto fare altro che adeguarsi al diktat. Una scelta, però, che, evidentemente, non è piaciuta ai suoi fedeli. 

I portatori, che in segno di protesta hanno ritardato l'avvio del corteo, hanno effettuato più stop, per la felicità di tutta, o quasi, la popolazione. Stravolto anche il percorso della processione, con i "capiparanza" che si sono recati in tutte le tappe della tradizione, che erano state eliminate secondo le disposizioni della Curia. 

Una sosta decisamente imbarazzante - racconta SalernoToday - è andata in scena nei pressi del palazzo della Provincia, dove le statue dei Santi sono state poggiate in strada, come mai era successo. Come se non bastasse, all'altezza del Comune, portatori e folla, tra fischi e urla, hanno addirittura interrotto la preghiera irrompendo a Palazzo di Città, il cui ingresso è stato trovato misteriosamente aperto.

Alla fine del percorso, durato ben tre ore, tra insulti e polemiche, il vescovo è stato scortato da questore e Digos mentre passava tra la folla, fino al suo rientro in Cattedrale. "Che Dio vi benedica - ha detto visibilmente turbato - Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito a fare una bella manifestazione di fede. Grazie". 

Salerno, niente "inchini": processione nel caos