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Venerdì, 19 Aprile 2024
Città Brescia

Maltrattamenti e carni infette nel "macello degli orrori": sei condanne

Si è concluso il processo sull'Italcarni di Ghedi, nel bresciano: condannati l'ex amministratore, tre dipendenti e due veterinari. Soddisfatta la Lav: "I consumatori di carne devono essere consapevoli del trattamento riservato agli animali destinati al macello"

Si è conclusa la vicenda processuale relativa al "macello degli orrori" di Ghedi, nel bresciano. L'inchiesta, capitanata dalla Procura di Brescia e dalla Guardia Forestale, aveva portato alla chiusura della Italcarni di Ghedi. All'interno della ditta era stata trovata carne infetta: in alcuni campioni le concentrazioni di batteri erano anche 50 volte superiore a quelle consentite dalla legge, come riporta BresciaToday. Non solo, le telecamere avevano filmato scene di brutali maltrattamenti: bovini agonizzanti trascinati sul pavimento agganciati a delle catene, presi a bastonate per entrare all’interno del macello, sollevati di peso con i bracci meccanici dei muletti o addirittura infilzati.

Per queste ragioni alla sbarra erano finiti Federico Osio, ex amministratore del macello, e tre dei suoi dipendenti: Bruno Ferrari, Mohammed Ablouche e Ndrimic Hoxha. Tutti e 4 hanno patteggiato la pena: il giudice li ha condannati rispettivamente a 2 anni e 8 mesi, 1 anno e 10 mesi, 1 anno e 8 mesi per gli ultimi due. Condannati anche i due veterinari dell'Ats: Gian Antonio Barbi (2 anni) e Mario Pavesi (1 anno e 6 mesi). I due imputati sono stati ritenuti responsabili di maltrattamenti, mentre sono stati assolti dall’accusa di adulterazione.

“Finalmente lo scandalo del macello Italcarni fa i conti con la giustizia - commenta la LAV, parte civile nel processo, assistita dall'avvocato Carla Campanaro - Una condanna clamorosa, con risvolti che riguardano tutta la collettività: animali in gravissime condizioni, non più in grado di reggersi sulle zampe che, anziché essere abbattuti in allevamento come prevedono le norme senza sottoporli a tali sofferenze, venivano scaricati e spinti con trattori o muletti, trascinati con catene pur di farli macellare comunque. Ebbene, i consumatori di carne devono essere consapevoli del trattamento riservato agli animali destinati al macello. Ci auguriamo che questa condanna porti alla chiusura del macello Italcarni, passibile, alla luce di questa condanna, di chiusura per omesso controllo da parte della Asl di Brescia: un atto dovuto, richiesto e previsto dalla regolamentazione sui controlli veterinari". 

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