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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Provenzano cade e batte la testa: ricoverato d'urgenza

Il boss, detenuto in regime di 41 bis a Parma, è stato trasportato in ospedale per essere sottoposto a un intervento chirurgico alla testa. I suoi legali denunciano da tempo le gravissime condizioni di salute. E intanto emerge che i pm tentarono di farlo pentire

PARMA - Per la seconda volta in poche settimane, il boss Bernardo Provenzano è stato ricoverato d'urgenza in ospedale per essere sottoposto a un intervento chirurgico alla testa. 

Secondo le prime notizie, i medici sottoporranno Provenzano, detenuto al 41 bis a Parma, a un'operazione di riduzione di un ematoma cerebrale provocatogli da una caduta.

I difensori di Provenzano denunciano da tempo le gravissime condizioni di salute del boss di Corleone che, oltre ad avere un tumore alla prostata, soffre anche di una forma di Parkinson. Uno dei suoi legali ha raccontato di aver visto Provenzano l'ultima volta durante una visita in carcere e di non essere stato riconosciuto. (da ParmaToday)

I PM TENTARONO DI FARLO PENTIRE - Proprio oggi, intanto, è emerso che i pm Antonio Ingroia e Ignazio De Francisci, nel loro ruolo di procuratori aggiunti (oggi trasferiti ad altri incarichi), tentarono di far pentire il boss, nel corso di un colloquio tenutosi il 31 maggio scorso in una saletta del supercarcere di Parma. "Fare male non mi è mai piaciuto e non mi piace", rispose Provenzano. "Ha l'unica occasione di ristabilire in parte la verità sul suo nome", tentarono di convincerlo i magistrati. Un'ora di faccia a faccia concluso con la trascrizione di frasi lasciate a metà o di difficile interpretazione. "Per dire io la verità - dice il boss - avissi a parrari male di cristiani, scusatemi". Il capomafia, arrestato nel 2006 dopo 43 anni di latitanza, fu ascoltato come testimone nell'ambito di un procedimento, come riporta il Corriere della Sera, catalogato come relativo a "notizie non costituenti reato".

Il legale del boss, Rosalba Di Gregorio, che non era presente all'interrogatorio e che in diverse occasioni si è lamentata per il trattamento riservato al suo assistito, dopo aver ottenuto il verbale l'ha depositato al giudice dell'udienza preliminare nel processo sulla trattativa su Stato e mafia in cui Provenzano è imputato. Una settimana prima dell'interrogatorio con i magistrati, Provenzano aveva incontrato in carcere i parlamentari Peppe Lumia e Sonia Alfano. E a loro aveva detto: "I mie due figli non devono andare al macello, fatemi parlare con loro e poi sarà la volontà di Dio".

Nel verbale con i magistrati afferma fra l'altro in dialetto: "Ci sono cose che... portano tutto questo male che vede". Poi osserva: "Noi dobbiamo parlare bene se non abbiamo ricordi". Il boss ammette il viaggio in Francia in automobile per sottoporsi ad un'operazione alla prostata ma non rammenta i particolari del suo arresto. Dice di non ricordare nemmeno se furono i poliziotti o i carabinieri a catturarlo: "Pi mia a stessa cosa sunnu" (per me sono la stessa cosa, ndr). "E Vito Ciancimino lo conosceva?", gli viene chiesto. "Lo conoscevo perché era paesano mio", ribatte il boss. Alla fine i magistrati gli domandano "ma se fosse fuori dal carcere parlerebbe?". Pronta la risposta: "Non lo so, se u sapissi u dicissi" (se lo sapessi lo direi, ndr). (da PalermoToday)

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