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Martedì, 16 Aprile 2024
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Tifosi della stessa squadra si prendono a martellate

Degenera la rissa tra due opposte fazioni della tifoseria del Venezia. Il giovane M.Z., già in passato raggiunto da Daspo, è accusato di tentato omicidio: avrebbe colpito con un martello due fratelli di Eraclea

VENEZIA - Cosa c'entra il calcio con tutto ciò? Proprio nulla. Bisogna pur ammetterlo, per combattere un atteggiamento così incivile e odioso: c'è chi va allo stadio soltanto per trovare il pretesto per fare a botte.

GRUPPI DI ULTRAS RIVALI - Gli odi tra gruppi del tifo organizzato, per motivi ideologici (soprattutto politici), sono esplosi ieri pomeriggio a Venezia, dove la squadra di casa giocava contro il Mantova. Incredibile ma vero, a darsele di santa ragione sono stati i "tifosi" della squadra lagunare. Due opposte fazioni della stessa tifoseria. Il bilancio parla di due ragazzi feriti a colpi di martello da un 28enne arrestato con l'accusa di tentato omicidio (già in passato colpito da Daspo, il divieto di entrare e assistere alle manifestazioni sportive).

I FATTI - La rissa era avvenuta nel pomeriggio di ieri vicino a piazzale Roma, nell'area dei Giardini Papadopoli, e aveva coinvolto una decina di tifosi appartenenti a due gruppi opposti, uno vicino all'estrema sinistra, l'altro alla destra. Al termine erano rimasti a terra due giovani, di 23 e 20 anni. Il primo era stato trasportato d'urgenza all'ospedale di Mestre per una lesione alla scatola cranica provocata probabilmente da una martellata, l'altro aveva riportato una ferita alla spalla. Supporters degli stessi colori arancioneroverdi, ma di posizioni politiche opposte: il gruppo organizzato Gate 22, di sinistra, e alcuni componenti del gruppo dei Vecchi Ultrà 1998, sciolto ad agosto, di destra. Volano prima le offese verbali, poi dalle parole si passa ai fatti. A un certo punto, però, spunta un martello, o forse una spranga. E la questione si fa grave, gravissima. Anzi, incivile. Partono i colpi, con i due giovani fratelli di Eraclea che rimangono a terra. Per sedare la rissa sono dovuti intervenire carabinieri, polizia e vigili urbani. I militari dell'Arma, titolari delle indagini, hanno confrontato le diverse testimonianze dell'accaduto, per poi decidere di convocare il 28enne in caserma. Ora in stato di fermo con l'accusa di tentato omicidio.

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POSSIBILI NUOVI INDAGATI - Se l'atto dell'aggressione ormai sembra essere stato ricostruito con precisione, il "contesto" è ancora nebuloso. Non è chiaro infatti il motivo scatenante della "scintilla", e nemmeno se gli altri presenti possano aver preso parte alla zuffa. In questo senso tra la decina di giovani portati nella caserma del Comando provinciale di San Zaccaria potrebbero scaturire nuovi indagati. La rissa è già reato di per sé. Al vaglio quindi le posizioni degli altri coinvolti, anche attraverso le telecamere di sorveglianza, su cui si continuerà a lavorare in questi giorni. Tra gli identificati c'erano persone già raggiunte da Daspo in passato. Per ora, come spesso accade in questi casi, i componenti dei due gruppi si scaricherebbero la responsabilità a vicenda. L'arma del delitto (martello, spranga o asta che sia) non è stato ritrovato. Con ogni probabilità è finita in fondo a qualche canale. Se però la versione del martello fosse confermata, per M.Z. la situazione potrebbe ulteriormente aggravarsi, configurando una possibile premeditazione. Intanto l'assessore allo Sport Andrea Ferrazzi, nel condannare l'accaduto, ha invitato tutte le tifoserie a un tavolo comune da svolgersi nei propri giorni. Bocche cucite dalla società Unione Venezia, almeno fino a domani, quando potrebbe commentare il tutto il direttore sportivo Andrea Gazzoli. Silenzio, e c'era da aspettarselo, anche dai gruppi organizzati del tifo. (da VeneziaToday)
 

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