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Martedì, 19 Marzo 2024
Città Palermo

Trovate ossa in un terreno, la svolta: "Quei resti umani sono di Santo Alario"

Il caso dell'uomo scomparso in provincia di Palermo: la svolta dal Dna. La macabra scoperta era stata fatta lo scorso giugno, nello stesso punto in cui si erano perse le tracce del 42enne e di Giovanni Guzzardo (ritrovato nascosto in un casolare tre mesi dopo), quest'ultimo accusato di omicidio e poi assolto

C'è una svolta nel caso di Santo Alario, l'uomo di 42 anni scomparso quasi due anni fa (era il febbraio 2018): appartengono a lui i resti umani rinvenuti nel giugno scorso da alcuni contadini nella zona di Caccamo, cittadina in provincia di Palermo, in un terreno nei pressi della diga Rosamarina, al chilometro 17 della strada provinciale 6. E' la stessa zona che l'uomo aveva raggiunto nel febbraio del 2018 in compagnia di Giovanni Guzzardo. Poi di entrambi si erano perse le tracce. Come riporta il Giornale di Sicilia, quei resti, ritrovati sei mesi fa, per il Ris dei carabinieri appartengono a Santo Alario.

Santo Alario, i resti umani trovati a Caccamo (Palermo) sono dell'uomo scomparso

Il dna di Alario è stato prima paragonato con quello contenuto in alcuni capelli della vittima rimasti su una spazzola e per gli investigatori sarebbero compatibili. Il dna dei resti è stato anche messo a confronto con la saliva della madre dello scomparso, confermando, per il Ris, "un rapporto di parentela verticale (madre/figlio)". I carabinieri del Reparto investigazioni scientifiche hanno anche mostrato alcuni indumenti ritrovati a Caccamo alla compagna di Alario, che ha riconosciuto alcuni di essi come compatibili con quelli da lui solitamente indossati. Secondo i carabinieri, sarebbe "788 mila volte più probabile" che le ossa siano di Alario che non di un’altra persona, tanto che "è possibile affermare che le ossa in reperto sono relative ad Alario".

Il Procuratore capo di Termini Imerese, Ambrogio Cartosio, che coordina l'inchiesta, ha confermato: "E' certo, i resti umani esaminati grazie al Dna appartengono a Santo Alario, l'uomo scomparso a febbraio". La Procura di Termini, come spiega ancora il Procuratore Cartosio, "ha impugnato in appello la sentenza di assoluzione di Guzzardo e nell'impugnare la sentenza ha anche chiesto la riapertura dell'istruttoria per introdurre nel processo un ulteriore elemento di prova che è insorto dopo la sentenza", cioè il Dna che ha accertato che i resti rinvenuti a Caccamo appartengano alla vittima.

Santo Alario, il giallo sulla sua scomparsa non è ancora risolto

Dopo il rinvenimento delle ossa in un terreno a Caccamo, i contadini avevano lanciato l’allarme al 112 e chiesto l’intervento delle pattuglie nella zona della diga Rosamarina. Il giallo legato alla scomparsa dell'uomo comunque non è del tutto risolto: ritrovare il cadavere, infatti, allo stato non fornisce né la prova che l’uomo sia stato ucciso né che ad eliminarlo sia stato proprio Guzzardo. Alario e Guzzardo si erano allontanati da Capaci a bordo di un’auto, come testimoniato dagli ultimi videomessaggi inviati dal 42enne alla fidanzata. L'auto era stata trovata non lontano dalla diga Rosamarina. Dopo tre mesi Guzzardo era stato ritrovato in un casolare nelle campagne di Montemaggiore Belsito, mentre di Alario non si avevano più notizie. Secondo la Procura di Termini Imerese, sarebbe stato ucciso da Giovanni Guzzardo che però è stato assolto a luglio dall'accusa di omicidio perché mancavano un cadavere e un’arma. Adesso la svolta nella vicenda, che rimescola i tasselli del mosaico.

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