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Martedì, 23 Aprile 2024
Città La Spezia

Sequestro di Lerici, il parroco si offre in cambio del rapito

Ancora nessuna richiesta di riscatto per il giovane imprenditore Andrea Calevo, anche se ci sarebbe stato un contatto tra i sequestratori e alcuni parenti dell'uomo

LERICI (LA SPEZIA) - Nessuna traccia di Andrea Calevo, l'imprenditore 30enne rapito la notte scorsa a Lerici, in provincia di La Spezia, dopo una rapina in villa. E non sarebbe arrivata alcuna richiesta di riscatto per la liberazione dell'uomo, anche se ci sarebbe stato un contatto tra i sequestratori e alcuni parenti dell'uomo. La notizia proviene dalla Direzione distrettuale antimafia di Genova che sta coordinando l'inchiesta.

Se la richiesta non dovesse arrivare nelle prossime ore, la pista del sequestro a scopo di estorsione potrebbe perdere consistenza a favore di altre ipotesi. Tra i dati esaminati, l'identikit di un uomo visto lungo una strada vicino alla villa. Le ricerche dell'imprenditore, intanto, "sono state estese anche in alcuni paesi esteri".

L'OFFERTA DEL PARROCO - Il parroco di Romito Magra, don Paolo Vegini, ha lanciato un messaggio ai rapitori proponendo uno scambio con Calevo. "Prendete me e liberate lui", ha detto don Vegini offrendosi come ostaggio in cambio del giovane. L'annuncio è stato fatto dal sacerdote davanti alla villa del rapito. A Romito Magra, nel comune di Arcola, Calevo ha una delle sue attività.

Nuovo vertice, intanto, nei locali della procura di Genova tra il procuratore capo Michele Di Lecce, coordinatore della Dda, il sostituto Federico Panichi e il comandante del Ros di Genova colonnello Paolo Storoni. Poche, da quanto si apprende, le novità, mentre continuano le analisi del Ris di Parma sull'auto ritrovata semisommersa nel fiume Magra. All'interno non sarebbero state trovate tracce di sangue né di colluttazione.

Gli investigatori stanno ascoltando tutte le persone che abbiano avuto rapporti con il sequestrato, la sua impresa e la sua famiglia e controllando i cellulari del rapito, telepass autostradali e cellule telefoniche della zona. I controlli sono stati estesi a Massa Carrara. I beni dei Calevo sono sotto sequestro, disposto dal procuratore Di Lecce in base alla normativa sui sequestri di persona.

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