Sigarette e saponette in cambio del sesso: condannato il prete del carcere
Quattro anni di reclusione per Don Alberto Barin, l'ex cappellano di San Vittore. Condannato per violenza sessuale: avrebbe fatto leva sullo stato di bisogno dei detenuti per avere rapporti sessuali con loro
MILANO - Sigarette, saponette, spazzolini e altri piccoli beni per vivere meglio in carcere in cambio di rapporti sessuali. Protagonista della vicenda Don Alberto Barin, ex cappellano di San Vittore, che è stato condannato a quattro anni di reclusione per violenza sessuale. Per lui i pm aveva chiesto invece una condanna a quattordici anni e otto mesi per violenza sessuale aggravata nei confronti di dodici detenuti, tutti uomini di origine nordafricana tra i ventitrè e i quarantrè anni.
Il giudice che ha emesso la condanna a quattro anni ha però riqualificato quattro casi come fatti di lieve entità - il don si sarebbe fermato ai toccamenti - e per altri quattro casi ha riqualificato il reato di violenza sessuale nella formula della vecchio concussione sessuale. In queste circostanze, secondo il gup, il religioso avrebbe indotto i carcerati ad avere rapporti sessuali con lui.
Don Barin, che era il cappellano del carcere milanese di San Vittore, era stato arrestato il 20 novembre 2012, perché, secondo i pm, avrebbe fatto leva sullo stato di bisogno dei detenuti e avrebbe fatto avere loro sigarette, saponette, spazzolini e altri piccoli beni per vivere meglio in carcere, in cambio di favori sessuali.
Per il prete, il gip di Milano Enrico Manzi, dopo alcuni mesi, aveva disposto gli arresti domiciliari e il religioso era passato dal carcere in un convento. (da MilanoToday)