Processi, accuse, repliche, perizie e udienze: è una storia intricata quella che arriva dalla provincia di Brescia. La Corte d'Appello ha confermato la condanna a 5 anni di carcere nei confronti di un 76enne residente sul lago d'Iseo, accusato di aver abusato della nipote che all'epoca aveva 17 anni, con problemi psichici. La denuncia di quanto stava succedendo risale a quasi cinque anni fa.

La giovane, ancora minorenne, si era presentata al bancone del bar di una conoscente, per raccontare di come in quel periodo fosse stata molestata da un “ragazzo”. A furia di insistere, e dopo aver riferito della prima “confessione” anche alla madre, la ragazza aveva ceduto, raccontando i dettagli dei suoi incontri con il prozio.

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Si trattava del fratello di suo nonno, all'epoca 71enne: secondo l'accusa, e secondo quanto riferito dalla giovane, le avrebbe più volte regalato soldi e ricariche del cellulare in cambio di sesso. Tutto sarebbe cominciato con qualche palpatina: “Mi chiedeva di toccarlo”, avrebbe raccontato la ragazza. Non sempre i rapporti sarebbero stati consenzienti, ha detto ancora l'accusa: circostanza verificata dopo una visita ginecologica.

Dal canto suo, il 76enne ha sempre negato gli abusi, definendosi alla stregua di un “capro espiatorio”. Tesi poi smentita in primo grado, e anche in appello.

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