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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Il governo salva la piccola Sofia: continua la cura con le staminali

Un decreto dei Consiglio dei ministri permetterà alla bambina di Firenze, affetta da una malattia degenerativa, di terminare le cure agli Spedali di Brescia

FIRENZE - Sofia potrà terminare la cura presso gli Spedali Civili di Brescia, lì dove le erano già state praticate le due prime infusioni del metodo Stamina.

A stabilirlo un decreto legge approvato ieri dal Consiglio dei ministri che permette alla piccola, affetta da una malattia degenerativa, e agli altri pazienti che hanno avviato il protocollo, di concludere il percorso intrapreso. Già due giorni fa il tribunale del Lavoro di Livorno aveva accolto un ricorso d’urgenza presentato dai genitori, sbloccando il caso della piccola.

La norma "si basa sul principio etico – ha affermato il ministro della Salute, Renato Balduzzi - per cui un trattamento sanitario già avviato che non abbia dato gravi effetti collaterali non deve essere interrotto".  

Il decreto, sottolinea il ministero della Salute, stabilisce appunto che "tutti i pazienti che hanno iniziato la terapia con le staminali preparate con metodo Stamina potranno portare a termine i loro protocolli anche se il laboratorio di riferimento (in questo caso quello degli Spedali Civili di Brescia) non è autorizzato". Il decreto, rileva Balduzzi, "chiarisce inoltre che devono considerarsi come 'avviati' anche i trattamenti per i quali sono stati compiuti atti preparatori (il prelievo di cellule dal paziente o da donatore destinate all'uso terapeutico) e quelli già ordinati dall'autorità giudiziaria. Per tutti questi trattamenti terapeutici ci sarà un'attenta valutazione degli esiti, con l'acquisizione di tutti i dati clinici dei pazienti sottoposti al trattamento".

Il decreto legge prevede anche che d'ora in poi tutti i cosiddetti "medicinali per terapie avanzate preparati su base non ripetitiva", in cui rientrano i trattamenti con le staminali, possano essere utilizzati esclusivamente in un ospedale pubblico, clinica universitaria o istituto di ricovero e cura a carattere scientifico. Con un regolamento ministeriale da emanare nei prossimi giorni, annuncia il ministero, saranno inoltre fissate "regole più precise per garantire la sicurezza dei pazienti e sarà fissata una precisa procedura di valutazione degli esiti dell'impiego di queste terapie".
 
Non appena ricevuta la notizia la mamma di Sofia, Caterina Ceccuti, ha detto di attendere di leggere il testo. Infatti si teme che il decreto possa andare a compromettere quanti in futuro volessero intraprendere la cura con il metodo Stamina. Marino Andolina, pediatra che segue i bimbi che stanno effettuando le infusioni presso gli Spedali di Brescia, ha spiegato che “il decreto è molto buono, ha caratteristiche di umanità a cui non eravamo abituati. E di questo non posso che ringraziare il signor ministro". "Però nella nota del ministero - aggiunge - c'é anche un accenno al decreto che sta arrivando. Questo invece è una condanna a morte per migliaia di persone perché, a quanto sappiamo, abroga il decreto Turco". Andolina si dice preoccupatissimo. "Impedirà per molti anni - pronostica - di fare terapia compassionevole. Ora salviamo 30 vite ma, se abbiamo ragione, ci apprestiamo a vivere una tragedia peggio di Chernobyl. E' una porcata". (da FirenzeToday)

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