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Giovedì, 28 Marzo 2024
Città L'Aquila

Accusato di stupro ai domiciliari, la vittima: "Lascio l'Italia"

Parla la ragazza vittima della violenza: "Provo tanta rabbia e amarezza, non esiste tutela da parte dello Stato"

L'AQUILA - E' un grido di rabbia e dolore quello lanciato da una studentessa di Tivoli, 21 anni, stuprata nella notte tra l'11 e il 12 febbraio scorso all'uscita da una discoteca di Pizzoli (L'Aquila). La ragazza, che non ricorda nulla di quanto le è accaduto, fu trovata svenuta in mezzo alla neve, seminuda e insanguinata, da un addetto alla sicurezza del locale che dette l'allarme.

Ciò consentì ai carabinieri di fermare l'ex caporale dell'esercito, anch'egli 21enne, Francesco Tuccia - che ha sempre respinto ogni addebito - e tre suoi amici, due militari e una ragazza, peraltro mai iscritti nel registro degli indagati, risultati subito estranei. L'uomo, originario della provincia di Avellino, è stato arrestato perché ritenuto responsabile della violenza e si trova ora agli arresti domiciliari, dopo il provvedimento del gip del tribunale aquilano Romano Garganella.

LO SFOGO DELLA RAGAZZA - Alla notizia della concessione degli arresti domiciliari al presunto responsabile, la studentessa ha raccontato la sua disperazione, trovando per la prima volta la forza di parlare dell'accaduto. "Provo tanta rabbia e amarezza - dice la ragazza all'Ansa - stavo cercando di riorganizzare la mia vita, magari spostandomi in una città che non fosse L'Aquila, ma alla luce di questo fatto valuterò seriamente la possibilità di trasferirmi in un Paese che non sia l'Italia". "Questo perché - prosegue - non vorrei che un giorno mia figlia potesse dover sopportare e subire tutto quello che sto subendo io e rimanere priva di tutela da parte dello Stato. Non riesco a comprendere il perché di questa decisione dei giudici dell'Aquila", conclude.

Accanto a lei la madre, che ha affidato a una nota su Facebook la propria delusione: "Al di là di qualsiasi considerazione tecnica - ha scritto - il messaggio trasmesso è che tutto si può fare, tanto... Ricordate sempre che la vittima non ha voce e che la voce delle vittime, purtroppo, è l'opinione pubblica".

Dodici giorni dopo serrate indagini coordinate dal pm della procura dell'Aquila David Mancini, per Tuccia sono scattate le manette. Dopo l'istanza presentata dai suoi avvocati difensori, il pronunciamento del Gip Giuseppe Romano Gargarella è arrivato prima del verdetto della Cassazione, in programma il 28 giugno prossimo.

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