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Sabato, 20 Aprile 2024
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Detenuto suicida in carcere a Lucca: "La situazione è allarmante"

Donato Capece, segretario generale del Sappe: "La morte per suicidio di un detenuto in carcere è sempre una sconfitta per lo Stato. Negli ultimi 20 anni la Polizia Penitenziaria ha sventato, nelle carceri del Paese, più di 18mila tentati suicidi"

Un altro, l'ennesimo, suicidio in carcere: per il sindacato Sappe la situazione è molto difficile in molte strutture della Regione Toscana.

"Ieri sera un detenuto di nazionalità tunisina, 28 anni, arrestato ad agosto 2016 per tentata rapina e ristretto nella I Sezione detentiva del carcere lucchese, si è impiccato alle sbarre della propria cella con delle lenzuola. Proprio ieri mattina lo stesso detenuto era stato condannato dal Tribunale di Lucca a due anni per rapina. E' stato fatto di tutto per salvarlo, purtroppo senza riuscirvi". Lo rende noto Donato Capece, segretario generale del Sappe.

Mercoledì notte si era suicidato per impiccamento un detenuto a Grosseto: "La morte per suicidio di un detenuto in carcere è sempre una sconfitta per lo Stato. Negli ultimi 20 anni le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria hanno sventato, nelle carceri del Paese, più di 18mila tentati suicidi ed impedito che quasi 133mila atti di autolesionismo potessero avere nefaste conseguenze", conclude il leader nazionale del sindacato: "Il dato oggettivo è che la situazione nelle carceri resta allarmante. Altro che emergenza superata".

Il segretario Sappe per la Toscana, Pasquale Salemme, ricorda che "nei primi sei mesi del 2016 nelle carceri della Toscana si sono contati 542 atti di autolesionismo, 63 tentati suicidi sventati in tempo dai Baschi Azzurri, 3 suicidi, 5 decessi per cause naturali, 300 colluttazioni e 39 ferimenti: numeri che, più di mille parole, fanno capire con quale e quanto stress operativo si confrontano quotidianamente le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria della Toscana".

Nel 2015 si sono suicidati 43 detenuti nelle carceri italiane. Nel 2016 il drammatico bilancio (provvisorio) è di 25 suicidi.

L'associazione Antigone ha più volte affrontato l'argomento: "Il personale penitenziario fa già molto, lo dimostra il dato dei suicidi in diminuzione - si legge nel rapporto annuale - Non si riuscirà mai del tutto a evitare un suicidio, proprio perché è un gesto estremo, in fondo imprevedibile. A volte leggiamo notizie di cronaca che raccontano di detenuti che si sono tolti la vita impiccandosi con una camicia o un lenzuolo. Non possiamo pensare di privare del tutto un uomo degli oggetti personali al fine di evitare il rischio di suicidio. Non possiamo pensare che per tutelare la vita di un detenuto fragile lo si debba “chiudere in un armadio nudo”. Un buon canale di protezione possa essere quello dei compagni di cella, sono loro i primi a dover captare campanelli di allarme. Bisognerebbe istituire dei corsi di formazione in grado di aiutarli a identificare i segnali preoccupanti nel comportamento di un compagno".

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