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Giovedì, 28 Marzo 2024
CRONACA / Roma

Ragazzo gay si suicida: "Perché insultarci non è reato?"

L'ultimo messaggio su Facebook prima del gesto estremo. Il ragazzo, 21 anni, si è gettato nel vuoto dopo un litigio con la madre per l'alito che sapeva di vino. Il giovane era in cura per depressione

ROMA - Non aveva problemi per la sua omosessualità Alessandro. Lo aveva detto a tutti, anche alla nonna: e in famiglia tutti avevano accettato. Da un anno, però, era entrato nel tunnel della depressione. Forse una delusione amorosa, poi alcol e stupefacenti. Ma il dolore non gli aveva impedito di portare avanti quella lotta, sempre convinta, per i diritti dei gay. 

Così ieri, prima di buttarsi dal settimo piano di un palazzo a Torpignattara, nella Capitale, ha scritto su Facebook: "Perché insultare un gay non è reato?".

Poi il litigio con la madre, per l'alito che sapeva di vino, e il primo tentativo di farla finita. Il ragazzo, solo ventuno anni, si è sporto dal balcone di casa ma la madre lo ha afferrato per la felpa. 

La donna quindi è entrata in casa per chiamare la Guardia Medica ma quando è tornata sul balcone Alessandro non c'era più. Il ragazzo si era già lanciato nel vuoto. 

Ora i carabinieri hanno aperto un'indagine per provare a capire i motivi del gesto. La sua omosessualità non pare essere un movente plausibile, molto più probabile che Alessandro abbia deciso di farla finita a causa della depressione. (da RomaToday)

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