Terremoto dell'Irpinia, 32 anni dopo: ancora famiglie senza casa
Il 23 novembre 1980 tremano le province di Avellino, Salerno e Potenza: terrore, morte e distruzione nel ricordo di chi ha vissuto quella tragedia
Ore 19 e 34 del 23 novembre 1980, 32 anni fa: è domenica e per quelli che sono sopravvissuti si tratta di una data indimenticabile. Di 90 secondi lunghissimi. Una dopo l'altra, due scosse di terremoto, la prima "premonitrice", la seconda violentissima - durata 90 secondi - con ipocentro tra le province di Salerno e Avellino (distretto sismico dell'Irpinia), seminano terrore e distruzione tra il territorio della Campania centrale e la Basilicata centro-settentrionale.
QUASI 3 MILA MORTI - La prima del nono grado e la seconda del decimo grado della scala Mercalli (6,5 - 6,9 della scala Richter) causarono morti e feriti su una superficie di 17mila metri quadrati, con tre regioni e 687 comuni colpiti, dei quali 37 "disastrati", 314 "gravemente danneggiati" e 336 "danneggiati": 542 in Campania, 131 in Basilicata e 14 in Puglia. Quasi 3mila i morti, oltre 280mila gli sfollati, quasi 9mila i feriti.
In provincia di Salerno furono numerosi i comuni colpiti: tra quelli dichiarati "disastrati", ossia i più colpiti dal sisma, Castelnuovo di Conza, Laviano, Colliano, Ricigliano, Romagnano al Monte, Salvitelle, San Gregorio Magno, Santomenna, Valva. Tutti comuni situati a nord est della provincia di Salerno, al confine con il territorio della provincia di Avellino e della provincia di Potenza (Basilicata). In questi comuni le vittime furono, in totale, oltre 500. Ma la scossa fu chiaramente avvertita in tutta la provincia di Salerno, con danni a persone e cose in numerosi altri comuni del territorio.
DOPO 32 ANNI ANCORA SENZA CASA - Dopo 32 anni, il ricordo del sisma è ancora vivo in chi ha vissuto quegli interminabili 90 secondi che sconvolsero gran parte del territorio del Sud Italia e non solo (la scossa fu avvertita, seppur in misura inferiore, anche a Roma) e per molte famiglie, in provincia di Salerno, i disagi non sono ancora finiti: in diverse zone del territorio infatti molte persone sono ancora in attesa di una sistemazione definitiva post sisma, nonostante i fondi previsti dai vari governi per la ricostruzione. (da SalernoToday)