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Giovedì, 25 Aprile 2024
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"Lei sta bene", ma ha un cancro: paziente risarcito con 300mila euro

Un 65enne di Mestre alle prese con un tumore ai polmoni diagnosticato con 15 mesi di ritardo rispetto alla prima visita. L'Ulss ha riconosciuto l'errore

MESTRE (VENEZIA) - L'azienda sanitaria veneziana "è profondamente costernata per la drammatica vicenda. Purtroppo la medicina non è una scienza esatta e l'errore è sempre in agguato. Oltre ad esprimere la nostra umana vicinanza alla persona così duramente colpita, possiamo solo impegnarci con tutte le forze a sbagliare di meno. E' questo del resto l'atteggiamento con cui ogni giorno i nostri medici affrontano il loro lavoro".

Questa la nota diffusa dall'Ulss 12 sul caso di un 65enne di Mestre, malato di tumore. Un male diagnosticato con un anno e tre mesi di ritardo, contro cui l'uomo sta tuttora combattendo a colpi di chemioterapia. L'azienda sanitaria ha riconosciuto l'errore compiuto da uno dei suoi medici e ha disposto un risarcimento di 300mila euro.

Errare, certo, è umano. E anche tra le corsie di un ospedale o sul letto di una sala operatoria, purtroppo, l'errore è in agguato. Il medico che per primo effettuò la visita al paziente aveva stabilito che quella macchia nera sul torace era soltanto una conseguenza di un'infezione pregressa. Quella macchia era invece un carcinoma, l'inizio di un tumore che poi si sarebbe inesorabilmente esteso all'interno dell'organismo.

Nel maggio del 2009, infatti, l'uomo si era sottoposto a una radiografia, dopo una bronchite. C'era qualcosa di strano. Una macchia nera. Da qui una visita d'urgenza pneumologica all'ospedale All'Angelo. Secondo quanto racconta il 65enne, viene eseguita una tac, dopo la quale gli sarebbe stato detto di non preoccuparsi, che tutto sarebbe tornato a posto. Stesso copione anche per le successive tre tac. Poi la decisione di rivolgersi al primario di Pneumologia, a settembre 2010.

La broncoscopia con il prelievo del tessuto e l'esame istologico hanno confermato i dubbi: si trattava di un carcinoma bronchiale. Operato, i sanitari si accorgono che il tumore si era ormai allargato ai linfonodi. L'Ulss 12, dopo le perizie medico-legali, ha riconosciuto l'errore. Il perito del tribunale del malato, il medico legale Calogero Nicolai, ha infatti stabilito che se il carcinoma fosse stato diagnosticato subito non ci sarebbe stata alcuna diffusione del cancro ai linfonodi. (da VeneziaToday)

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