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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Anziano violenta una bambina di Chernobyl: condannato

Condannato a sei anni di carcere un 80enne del milanese per aver abusato sessualmente di una 11enne di Chernobyl, a lui affidata nell'ambito di un programma per "soggiorni di risanamento"

MILANO - Abusi sessuali su una ragazzina di 11 anni di Chernobyl, affidatagli nell'ambito di un programma per "soggiorni di risanamento": con questa terribile accusa un 80enne del milanese è stato condannato a sei anni di carcere. L'anziano era anche accusato di aver realizzato immagini pedopornografiche che riprendevano la bambina e un'altra ragazzina bielorussa, anche lei proveniente dalla città del disastro nucleare.

La sentenza è stata emessa con rito abbreviato, e dunque con lo sconto di un terzo sulla pena, dal gup di Milano Stefania Donadeo, che ha accolto la richiesta di condanna a 6 anni del pm Giovanni Polizzi. L'anziano era anche accusato di aver prodotto nel 2012 "materiale pedopornografico virtuale realizzato - si legge nell'imputazione - utilizzando parti di immagini di minori degli anni diciotto". In sostanza, l'uomo avrebbe rielaborato numerose immagini pornografiche sostituendo al volto femminile originale alcune fotografie scattate alle sue tre nipotine ed al volto maschile quello proprio.

L'uomo era stato arrestato in flagranza di reato il 5 ottobre del 2012, perché riprendeva "clandestinamente" immagini di ragazzine in un centro commerciale con una microcamera occultata in un borsello. Dopo l'arresto, le indagini sugli apparecchi elettronici sequestrati hanno permesso agli investigatori anche di fare luce sulla vicenda delle bambine di Chernobyl e dei video virtuali con le nipotine (parti civili nel processo e a cui è stato riconosciuto dal gup un risarcimento da liquidarsi in sede civile). Stando all'inchiesta, l'uomo avrebbe abusato, tra il gennaio del 2006 e il febbraio 2007, di una bambina bielorussa "anche usando violenza" e a volte dandole dei soldi.

In relazione ai foto-montaggi virtuali realizzati con le immagini delle nipotine (e a volte anche con quelle delle due bimbe bielorusse) negli atti dell'inchiesta si legge che si tratta di video "in grado di alimentare il mercato della pedopornografia", anche se sono immagini di "situazioni non reali". (da MilanoToday)

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