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Giovedì, 18 Aprile 2024
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"Belli ciao", droghe leggere depenalizzate: nuovo futuro per 10mila condannati

Due detenuti su cinque sono in carcere per violazione della legge Fini-Giovanardi. Ora che la norma è bocciata e incostituzionale si aprono spiragli di libertà: ricalcolo della pena o modifica del processo

ROMA - "Illegale è la legge". Lo dicevano i manifestanti antiproibozionismo a Roma l'otto febbraio scorso. L'hanno detto, anche se in altri termini, i giudici della Corte Costituzionale che ieri hanno bocciato la legge Fini-Giovanardi, la norma sul consumo di stupefacenti che equiparava le droghe pesanti a quelle leggere. Il primo passo, scontato, è il ritorno alla Iervolino-Vassalli, la legge in vigore prima dell'approvazione della Fini-Giovanardi. Il secondo, meno scontato ma molto probabile, è un nuovo futuro per i detenuti condannati per reati legati alle droghe leggere. 

Con la Fini-Giovanrdi, infatti, pene che prima andavano da 2 a 6 anni per le droghe leggere erano passate a 6 20 anni di reclusione e multa fino a 260mila euro. Che ne sarà di quei diecimila processati e condannati - o ancora in attesa di sentenza - che sono sotto accusa per una legge giudicata incostituzionale? Per chi è in attesa di processo la strada dovrebbe essere una: un giudizio secondo la vecchia norma reintrodotta. Per chi è già stato condannato, invece, le possibilità sono diverse. 

Il rischio che la decisione dei giudici supremi non sia retroattiva esiste ed è grande: in quel caso i condannati non godrebbero della decisione della Consulta e sarebbero costretti a scontare tutta la loro pena, nonostante essa sia arrivata per una legge poi "bocciata". Possibile, però, che alla luce della decisione della Corte anche chi è già stato giudicato e condannato possa usufruire dell'abolizione della Fini-Giovanardi.

Streetparade antiproibizionista a Roma - Foto Selene Cilluffo

Tra i 26mila detenuti per violazione dell'articolo 73 del Testo Unico sugli stupefacenti - quello abolito dalla Consulta - tutti o quasi potrebbero infatti richiedere un incidente di esecuzione per rideterminare le pene. Di logica: diversa la legge, diversa la condanna. Che, per alcuni di loro, potrebbe addirittura essere già finita da tempo.

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