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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Omicidio Garlasco, la Cassazione conferma la condanna a 16 anni per Alberto Stasi

La prima sezione penale della Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso straordinario presentato dai difensori e dallo stesso Stasi

Nessuna revoca della condanna inflitta ad Alberto Stasi per il delitto di Garlasco. La prima sezione penale della Cassazione ha infatti dichiarato inammissibile il ricorso straordinario presentato dai difensori e dallo stesso Stasi e confermato così i 16 anni di reclusione che l'ex studente della Bocconi sta scontando nel carcere di Bollate per l'omicidio della fidanzata Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007. Stasi, dunque, rimane in carcere.

Anche il procuratore generale della Suprema Corte Roberto Aniello (che rappresentò la Procura generale pure nel primo processo sul delitto che si svolse in Cassazione nel 2013) aveva, nella sua requisitoria, evidenziato profili di inammissibilità del ricorso, con il quale Stasi metteva in rilievo un "errore di fatto" relativo alla mancata ammissione di prove dichiarative nel processo d'appello-bis.

In quella sede, dopo l'annullamento con rinvio da parte della Suprema Corte delle assoluzioni pronunciate nei confronti di Stasi nei primi due giudizi di merito, e dopo un approfondimento dell'istruttoria dibattimentale, arrivò la prima condanna per l'ex studente della Bocconi, poi confermata in Cassazione nel 2015.

"Siamo convinti dell'innocenza di Alberto: sia la Corte d'assise d'appello, nel processo bis, sia la Cassazione, hanno violato i principi fissati dalla Corte europea dei Diritti Umani in tema di difesa. Nel ricorso in Cassazione abbiamo rilevato errori di fatto relativi all'assunzione di prove dichiarative", aveva detto l'avvocato Angelo Giarda, difensore di Stasi, al termine dell'udienza.

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