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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Perugia

Omicidio Alessandro Polizzi, fissato il processo in Cassazione: "Finalmente una risposta"

Riccardo Menenti, sebbene condannato all'ergastolo per l'omicidio del giovane di Perugia, era stato rimesso in libertà per decorrenza dei termini di custodia cautelare. I familiari della vittima nei giorni scorsi avevano protestato a Roma. La mamma: "Se non avessimo fatto rumore i giudici non avrebbero agito così presto"

Si terrà in Cassazione il prossimo 19 marzo il processo per l'omicidio di Alessandro Polizzi, il ragazzo di 24 anni di Perugia ucciso nel 2013 dal padre dell'ex fidanzato della sua ragazza. Gli imputati sono Riccardo e Valerio Menenti, padre e figlio: il primo è stato condannato all'ergastolo come esecutore materiale del delitto, secondo i giudici, il secondo a sedici anni e mezzo con l'accusa di concorso in omicidio. La data è stata fissata oggi dal presidente titolare della quinta sezione penale della Corte di Cassazione.

Malgrado la condanna all'ergastolo, nei giorni scorsi Riccardo Menenti era tornato in libertà per decorrenza dei termini della custodia cautelare. Dopo la scarcerazione, la famiglia Polizzi aveva manifestato davanti alla Cassazione a Roma con cartelloni che mostravano il corpo martoriato di Alessandro. E il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede aveva attivato gli ispettori del ministero per svolgere accertamenti sul caso.

Libero il killer di Alessandro Polizzi: le foto del corpo martoriato per chiedere giustizia

Oggi, come detto, la calendarizzazione dell'udienza in Cassazione. Così Daniela Ricci, madre di Alessandro, commenta la notizia: "Sono contenta che la Cassazione abbia fissato l'udienza. Auspico che in questi due mesi vengano intraprese misure per non far fuggire l'assassino di mio figlio. La protesta di qualche giorno fa è servita, se non avessimo fatto rumore i giudici non avrebbero agito così presto".

Alessandro Polizzi, processo in Cassazione il 19 marzo: "Finalmente una risposta"

"Finalmente una risposta", ha commentato Nadia Trappolini, legale della famiglia di Alessandro Polizzi. "Certo due mesi sono lunghi... Menenti in questo lasso di tempo sarà in libertà", ha ricordato all'Adnkronos l'avvocato senza nascondere il timore che Riccardo Menenti, condannato all'ergastolo per il delitto del giovane perugino e per quello tentato della fidanzata Julia Tosti, "possa sottrarsi prima al processo, poi all'esecuzione della condanna, qualora venisse confermata come noi auspichiamo". "Per quello che sappiamo - ha aggiunto il legale -, a Riccardo Menenti non è stata applicata alcun tipo di restrizione dopo la scarcerazione: nessun obbligo di dimora, di firma, nemmeno il divieto di avvicinamento alle vittime. Non essendo stato sottoposto al divieto di espatrio, Menenti potrebbe lasciare l'Italia da un momento all'altro. Un rischio che è una vera preoccupazione per i familiari di Alessandro. Due mesi sono un lasso di tempo lungo".

Riccardo Menenti è uscito dal carcere di Terni il 10 gennaio scorso, come disposto dalla Corte d'Assise d'Appello di Firenze che aveva indicato questa data già nella sentenza emessa il 19 giugno dello scorso anno qualora non fosse intervenuta nel frattempo una sentenza definitiva. Nel frattempo non c'è stata altra pronuncia: dopo i ricorsi in Cassazione presentati dagli avvocati di Riccardo e Valerio Menenti, l'udienza doveva essere ancora fissata. E così Riccardo Menenti era tornato libero. La sentenza dell'Appello-bis, celebrato a Firenze, aveva confermato le condanne ma ridotto la pena (sedici anni e mezzo) al figlio di Riccardo, Valerio Menenti, per concorso in omicidio. Ora, dunque, si attende il terzo grado di giudizio. 
 

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