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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Rigopiano, violò i sigilli per portare fiori dove morì il figlio: Alessio Feniello a processo

Il padre di Stefano, una delle 29 vittime della tragedia del resort di Farindola, aveva presentato opposizione al decreto di condanna per la multa da 4.550 euro per essere entrato nella zona rossa

Alessio Feniello, il padre di una delle 29 vittime della tragedia dell'Hotel Rigopiano, andrà a processo. A inizio gennaio il 57enne era stato condannato a pagare una multa di 4.550 euro per aver violato i sigilli ed essere entrato nella zona sotto sequestro del resort di Farindola per portare un fiore al figlio. Feniello, tramite il suo avvocato, aveva depositato un'opposizione alla condanna pecuniaria e ora ha ricevuto il decreto di giudizio immediato. Il papà di Rigopiano sarà processato il prossimo 26 settembre per aver violato i sigilli della zona rossa.

Rigopiano, a processo Alessio Feniello

"Mi scrivono da tutta Italia. Non solo. Dal Venezuela e dagli Usa. Ricevo messaggi da connazionali che vivono all’estero e mi dicono, per fortuna me ne sono andato, questa giustizia non funziona. La gente non ha fiducia, ecco qual è il commento più ricorrente", dice Feniello a Quotidiano.net.  "Andrò al processo a testa alta. E non sarò solo. C’è chi mi ha già fatto sapere di essere pronto a manifestare e a incatenarsi. Ripeterò come sono andati i fatti, posso dimostrarlo. Ero con mia moglie che però è stata archiviata. Perché due pesi e due misure?”.

“Il giudice ha considerato scusabile l’aver violato i sigilli in un certo stato emotivo per portare i fiori, quindi a Maria Feniello è stato applicato il 131 bis sulla tenuità del fatto - spiega il legale di Feniello, l'avvocato Camillo Graziano – Perché non è scattata la stessa clemenza per Alessio? È quello che vogliamo capire. Credo che il processo servirà esclusivamente a stabilire che anche lui ha agito nello stesso stato d’animo della moglie. Non voleva rubare legna, raccogliere souvenir macabri, farsi selfie su un luogo che ha destato tanto clamore sui media. Semplicemente, anche lui cercava un momento di raccoglimento”.

Ma ci vuole un processo, per dimostrare il dolore? “A quanto pare sì - conclude il legale – Era l’unica nostra possibilità per provare le intenzioni di quel gesto”

Intanto il 16 luglio è stata fissata l'udienza preliminare davanti al Gup del tribunale di Pescara per gli indagati nell'ambito dell'inchiesta su quanto accaduto a Rigopiano. "Non è possibile che queste persone dopo due anni, con  tutte le accuse nei loro confronti, siano ancora lì. Già questa è una vergogna. Poi condannano me perché ho portato i fiori dov'è stato ucciso mio figlio. Ridicolo", conclude papà Feniello. 

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