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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Il papà del piccolo Alfie incontra Papa Francesco: "Ci ha chiesto di portarlo qui"

"Il Papa ci ha chiesto di portarlo qui in Vaticano", dice il genitore del bimbo collegato a un respiratore a causa di una rara malattia neurodegenerativa

Il padre del piccolo Alfie, Thomas Evans, impegnato con la moglie in una battaglia legale per impedire che il bimbo di 23 mesi venga staccato dalle macchine che lo tengono in vita, ha incontrato stamattina Papa Francesco prima dell'udienza in piazza San Pietro. Sul profilo social del papà ci sono scatti che documentano l'incontro. "Alfie, faremo qualsiasi cosa per te. Tu non stai morendo e perciò non permetteremo che ti tolgano la vita. Santità, salvi nostro figlio", scrive il padre del bimbo britannico per il quale oggi il Papa ha rivolto un nuovo appello. Il papà scrive ancora di "non aver dormito, non aver mangiato e non essersi messo la cravatta né preparato e di essere saltato ieri sera su un aereo per  venire a Roma e incontrare il Papa".

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"Il Papa ci ha chiesto: portatelo qui!", afferma il padre del bambino inglese di 23 mesi affetto da una malattia neurodegenerativa. "Noi vogliamo venire qui, vogliamo che Alfie sia trasportato in Italia dove tutti gli vogliono bene", ha riferito il padre di Alfie assicurando che suo figlio "non sta per morire, è molto stabile, ed è pronto per volare in Vaticano dove la gente, i dottori e l'ospedale lo vogliono".

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Il Pontefice ha lanciato un nuovo monito, sia per Alfie che per il francese Vincent Lambert, 41 anni, da dieci in stato vegetativo, sul cui destino si è consumata una battaglia legale fra i familiari. "Attiro l'attenzione di nuovo per Alfie e per Vincent Lambert: vorrei ribadire e fortemente confermare - dice il Papa a braccio al termine dell'udienza generale - che l'unico padrone della vita, dall'inizio alla fine naturale, è Dio e nostro dovere è fare del tutto per custodire la vita. Pensiamo in silenzio e preghiamo perché sia 
rispettata la vita di tutte le persone e specialmente di questi due fratelli nostri. Preghiamo in silenzio".

Anche domenica, Bergoglio, al termine del Regina Coeli, aveva chiesto di pregare per questi due casi affinché "ogni malato sia sempre rispettato nella sua dignità e curato in modo adatto alla sua condizione, con l'apporto concorde dei familiari".

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