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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Migranti, la rotta di cui "non parla nessuno" preoccupa i sindacati di polizia

E' la rotta Algeria-Sardegna. "Il timore è che si scelga questa alternativa perché meno 'esposta' mediaticamente" rispetto a Lampedusa, dicono dal Siulp. "Nel silenzio più assoluto la Sardegna continua ad essere costa di arrivo per centinaia di persone" secondo il Sap

Non c'è solo la rotta del Mediterraneo centrale, non c'è solo Lampedusa. Qualcuno l'ha ribattezzata "la rotta dimenticata", ma a dimenticarla sono solo i media nazionali. Le cronache locali puntualmente da anni danno notizia di ogni singolo sbarco. E' la rotta che dall'Algeria porta alla Sardegna.  "Il fatto che la rotta per Lampedusa abbia 'qualche' difficoltà è marcatamente palese. La nostra preoccupazione è che chiudendo quella rotta si cerchi di arrivare in Sardegna, scegliendo questa alternativa perché meno 'esposta' mediaticamente. E  più  conveniente per gli immigrati perché cosi  facendo evitano di stare per lungo  tempo in Libia". E' quel che dice all'Adnkronos Salvatore Deidda, segretario regionale del Siulp Polizia a proposito degli sbarchi di questi ultimi giorni sulle coste sarde, tra i quali vi sono anche due sedicenti cittadini libici, la cui posizione e identificazione è al vaglio della Questura di Cagliari.

"Gli stessi libici - prosegue Deidda - , hanno capito che il fronte della rotta per Lampedusa non è  più sicuro e allora attraversano prima la Tunisia e poi raggiungono il porto algerino con più possibilità di arrivare in Sardegna e  quindi in Italia. A Cagliari - spiega il segretario del Siulp - avremo quindi un incremento di immigrati con più  lavoro per le forze  dell'ordine a cui corrisponde un decremento di  personale e ci sarà  più  lavoro  sul fronte immigrazione, ma con meno risonanza  mediatica. La Sardegna non fa notizia come la Sicilia". E questo è evidente, perché gli sbarchi in Sardegna raramente finiscono sui tg nazionali. Pur non essendo in presenza di alcuna emergenza, è quantomeno curioso che della rotta Algeria-Sardegna si parli pochissimo. Si tratta sempre di piccole imbarcazioni e il numero di sbarchi non può essere calcolato con precisione, perché gli arrivi intercettati, di cui si legge sulla stampa locale, andrebbero aggiunti tutti coloro che non vengono intercettati.

Migranti, la rotta Algeria-Sardegna

Che il tema sia di stretta attualità la conferma anche Luca Agati, segretario provinciale di Cagliari del Sap Polizia: "Mentre le questioni degli sbarchi a Lampedusa riempiono le prime pagine dei giornali, nel silenzio più assoluto la Sardegna continua ad essere costa di arrivo per centinaia di clandestini - dice all'Adnkronos - Dopo anni di denunce sulle condizioni a dir poco assurde circa la gestione dell'immigrazione in Sardegna, rimaniamo sconvolti dal fatto che benché si siano susseguiti a Cagliari ben tre prefetti, ancora tutto è uguale a prima".

"Le condizioni favorevoli di mare permettono ai clandestini di approdare in tutta libertà a dieci unità alla volta - afferma Agati - attivando puntualmente la macchina dell'accoglienza con costi esagerati in termini economici e organizzativi, ogni sbarco decine di poliziotti vengono distolti dai servizi ordinari per gestire le incombenze legate agli stranieri appena giunti. Dal 2015 aspettiamo l'apertura del centro per le espulsioni dirette a Macomer e come ogni estate si prospetta l'apertura per il prossimo autunno. Chiediamo - conclude il segretario del Sap - un interessamento politico efficace e definitivo, questa presa in giro deve finire una volta per tutte".

Non è una "nuova rotta" quella tra Algeria e Sardegna. Dal 2015 in poi sono migliaia le persone sbarcate nel sud dell'isola. Il tratto di mare che separa lo stato nordafricano dalla Sardegna viene percorso sempre con piccole imbarcazioni munite di motori fuoribordo. Le partenze avvengono spesso dal porto di Annaba, la destinazione è il Sulcis. Le spiagge di Teulada o Sant’Antioco distano dal Nord Africa più o meno 100 miglia. Se il mare è calmo, si può arrivare sulle coste italiane in meno di 24 ore, anche con barche "di fortuna". Nel 2019 le persone sbarcate in Sardegna sono già centinaia.

Migranti, Italia e Malta: "Basta procedere caso per caso"

Non esiste alcuna emergenza migranti in Italia, nessuna "invasione" dall’Africa. Ma il tema immigrazione è e resterà a lungo politicamente rilevante. "Non siamo in una situazione di emergenza, le persone che arrivano sono gestibili in totale sicurezza. E l’Europa deve poi farsene carico. Deve farlo con l’Italia, con la Spagna, con la Grecia" ha rimarcato qualche giorno fa il presidente della Camera Roberto Fico. Donenica i Ministri degli Esteri di Italia e Malta, Enzo Moavero e Carmelo Abela, "in riferimento alle ulteriori complesse situazioni che riguardano navi con a bordo migranti, il loro ingresso nelle acque territoriali dei due Paesi, l'attracco e lo sbarco in porti italiani e maltesi, confermano la ferma volontà di cooperare fra loro". E' l'impegno affermato in una nota congiunta nella quale i due ministri "ribadiscono, tuttavia, che è  indispensabile assicurare un effettivo governo dei flussi migratori verso l'Europa, perché - evidenziano - non è più ammissibile continuare a procedere, caso per caso, ricercando soluzioni in emergenza, con crescenti difficoltà politiche e gravissimi disagi".

Serve, secondo i due , "uno strutturato meccanismo permanente a livello di Unione Europea, che affronti l'insieme delle sensibili questioni che riguardano migrazioni e non si limiti unicamente alle sole procedure per il diritto di asilo. Riformare il regolamento di Dublino non basta, bisogna andare oltre e occuparsi di tutte le persone migranti. Affinché possa essere avviata una discussione organica, in grado di condurre i governi degli Stati UE a convergere verso una politica comune per le migrazioni, i due Ministri chiedono che sia iscritto nell'ordine del giorno del prossimo Consiglio Affari Esteri UE di luglio uno specifico ed esplicito punto", concludono Moavero e Abela. Malta ha consentito lo sbarco dei 65 migranti dalla nave Alan Kurdi. Tutti verranno immediatamente trasferiti in altri Paesi dell'Unione Europea. Lo scrive su Twitter il premier maltese Joseph Muscat. "Dopo colloqui con la Commissione Europea e con il governo tedesco, il governo di Malta trasferirà i 65 migranti soccorsi a bordo della Alan Kurdi su mezzi delle forze armate maltesi che entreranno in un porto di Malta. Tutte le persone soccorse a bordo saranno immediatamente trasferite in altri Paesi membri dell'Ue", scrive Muscat

L'unica certezza, in tutto questo, è che numeri alla mano i salvataggi delle ong sono statisticamente insignificanti: in Sicilia e - in misura minore - in Sardegna sono gli sbarchi "fantasma", quelli che non attirano l'attenzione del mondo politico, a proseguire senza sosta. Flussi migratori che solo un approccio europeo condiviso può contribuire a gestire in maniera organica.

Trenta: "Io avevo avvisato Salvini, senza Sophia tornano Ong"

"Quanto sta accadendo in questi giorni si sarebbe potuto evitare. Lo avevo detto a Matteo Salvini: senza la missione Sophia torneranno le ong. Non ha voluto ascoltare e adesso si lamenta". Lo afferma Elisabetta Trenta, ministro della Difesa in un colloquio con il Corriere della Sera evidenziando che "é sorprendente che ora torni ad attaccare i militari dopo che siamo stati noi a chiedere al Viminale se volevano supporto per il trasbordo dei migranti a Malta, visto che nessuno veniva a prenderseli". "Indipendentemente dal caso migranti e delle ong - chiarisce Trenta - l'emergenza da affrontare è quanto sta accadendo in Libia perché la situazione è peggiorata sensibilmente e ho dato mandato allo Stato Maggiore di pianificare vari scenari. Se la crisi dovesse degenerare, l'Italia non può farsi trovare impreparata".

L'obiettivo è chiaro: "Prevenire ogni sviluppo per tenere in sicurezza il nostro Paese". "La Marina continua ad assicurare i tradizionali compiti istituzionali di difesa dei confini marittimi, di salvaguardia degli interessi nazionali e di sicurezza della nostra comunità. Abbiamo 'Mare Sicuro', che arriva fino alle acque davanti le coste libiche. - continua Trenta - Abbiamo quattro navi già schierate, compresa Nave Caprera in porto a Tripoli per l'assistenza tecnica alla Guardia costiera libica. Ma l'operazione prevede fino a un massimo di sei unità, cinque mezzi aerei e un contingente di 754 persone". "Il nostro spirito - chiarisce - è sempre di massima cooperazione. Non ho motivo di dubitare di Salvini, se ha ritenuto così avrà avuto i suoi buoni motivi. A questo punto trovo però inopportuno che attacchi sempre i militari. L'ho già detto varie volte e lo ribadisco: serve rispetto".

Migranti, nuovi sbarchi nel sud della Sardegna

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Uno sbarco in Sardegna (Ansa, repertorio)

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