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Sabato, 20 Aprile 2024
Crisi Alitalia

Alitalia, c'è Poste per te

Alla fine sarà Poste spa ad aiutare la compagnia di bandiera: pronti settantacinque milioni di euro da destinare all'aumento di capitale della compagnia aerea. Alitalia è salva, con i soldi degli italiani

ROMA - All'inferno andata e ritorno. Sarebbe potuto essere l'ultimo viaggio per Alitalia, ma alla fine una soluzione si è trovata. Non Ferrovie dello Stato, non Air France: almeno non per ora. L'arduo compito di salvare, perché è di questo che si tratta, la compagnia di bandiera italiana toccherà a Poste Italiane. E' questa l'azienda che il governo ha individuato per "affiancare" Alitalia nel viaggio di ritorno dall'inferno. 

Cinquecento i milioni necessari per fare ripartire gli aerei tricolore: settantacinque, su trecento, arriveranno da Poste che avrà una partecipazione fra il 10 e il 15% nell'operazione di ricapitalizzazione, altri duecento arriveranno come prestiti dalle banche. Il tutto con grande gioia del Governo che, nella serata di giovedì, in una nota ha espresso "soddisfazione per la volontà di Poste spa di partecipare, come importante partner industriale, all'aumento di capitale di Alitalia". E gli italiani? Un po' meno soddisfatti perché Posta spa è un ente pubblico e la sensazione che ancora una volta siano i contribuenti a pagare per Alitalia è forte. 

Con buona pace del ministro dei Trasporti Maurizio Lupi che ha provato a spazzare via questo fantasma. "Quello di Poste Italiane può essere un aiuto non da parte del pubblico, ma di un'azienda sana che opera in un settore sempre più complementare e con cui potrebbero avvenire sinergie". Lupi, però, dice la verità a metà. Perché Poste spa sarà pure un ente sano, ma resta un ente pubblico. Amen. 

Ma tant'è. Ad Alitalia "servono discontinuità, stabilizzazione dell'azionariato e una importante ristrutturazione attraverso un nuovo progetto industriale. E l'entrata di Poste - ha assicurato il Governo - è fondata su queste premesse". 

Scongiurata, insomma la "messa a terra" dei centoquaranta aerei e procrastinato, per il momento, il ritiro della licenza di volo minacciato ieri dall'Enac perché "se la compagnia non ha né liquidità né fondi per fare fronte ai propri impegni i suoi aerei vanno a terra".

La liquidità è stata trovata grazie a Poste e, di certo, non grazie ad Air France che per il momento nicchia. La compagnia francese, partner di Alitalia, "vediamo cosa farà davanti all'aumento di capitale - ha riflettuto Lupi - altrimenti l'azienda dovrà trovare un altro grande partner internazionale".

Quel che è certo, però, è che ora Alitalia, aiutino francese o meno, dovrà risollevarsi ed elaborare un "piano industriale fortissimo". Più forte di prima perché in ballo ci sono (ancora una volta) i soldi degli italiani. 


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