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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Guerre

Armi, la denuncia di un deputato: "Bombe made in Italy da Cagliari all'Arabia Saudita"

Mauro Pili di Unidos lancia l'allarme su Facebook: ordigni fabbricati dalla RWM Italia S.p.a. saranno utilizzati nella sanguinosa guerra in Yemen

"Dall’aeroporto civile di Cagliari parte un nuovo carico di morte. Migliaia di bombe saranno caricate su un cargo per l’Arabia Saudita" la denuncia del deputato sardo di Unidos Mauro Pili è arrivata in Parlamento. Secondo Pili le bombe ‘made in Italy’ destinate alla sanguinosa guerra in Yemen, continuano a partire dall'aeroporto di Cagliari, a ritmi sempre più serrati. 

Su questo un gruppo di ong aveva chiesto una spiegazione chiara a Renzi ma ancora il governo non ha preso una posizione. L’ultimo carico di ordigni fabbricati dalla RWM Italia S.p.a. di Domusnovas, nel Sulcis, era decollato sempre da Cagliari lo scorso 29 ottobre alla volta della base aera saudita di Taif. Da qui di nuovo un cargo 747 della compagnia azera Silk Ways è partito per portare in Arabia Saudita "camion carichi di pallet pieni di bombe".

"La scelta di fare tutto di notte è dettata dall’esigenza di non dare nell’occhio come l’ultima volta. So per certo che questa nuova consegna, inizialmente prevista via mare a bordo della portacontainer Jolly Cobalto attesa al porto di Sant’Antioco, è stata velocizzata per l’urgenza di rifornimento del committente saudita" spiega il deputato. 

Quelle bombe potrebbero poi diventare le munizioni dei cacciabombardieri sauditi che da mesi bombardano lo Yemen, dove in corso una guerra civile tra sunniti e sciiti. Le Nazioni Unite denunciano che da fine marzo sono almeno 2.600 i morti civili, due terzi dei quali uccisi nei raid aerei della colazione a guida saudita. A fine ottobre lo stesso Ban Ki Moon ha denunciato il bombardamento saudita di un ospedale di Medici Senza Fronetiere a Saada, il trentanovesimo ospedale colpito in Yemen dall’inizio dei raid.

Opal, Rete Disarmo e Amensty Italia, continuano ad aspettare dal governo una risposta alle loro numerose interrogazioni: queste forniture costituirebbero un'evidente violazione della legge 185 del 1990 che vieta l’autorizzazione all’esportazione di armamenti verso Paesi in guerra: "Ci rivolgiamo ancora una volta al Governo - riporta Rete Disarmo - che finora non ha risposto a un appello simile che la nostra Rete ha diffuso nei giorni scorsi insieme ad Amnesty International Italia e Opal Brescia, affinché si fermino questi spedizioni di armi". 

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