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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Polizia con armi del 1978 e telefonini come torce: "Gravità inaudita"

Dopo la rapina milionaria del 29 febbraio ai danni della Mondialpol di Sassari fanno discutere le disastrose armi in dotazione alla Polizia italiana

Le polemiche sono feroci dopo la rapina milionaria del 29 febbraio ai danni della Mondialpol di Sassari. A far discutere sono le disastrose armi in dotazione alla Polizia italiana. 

"La notte del 29 febbraio scorso, quando l'allarme rapina alla MondialPol di Sassari è arrivato al 113 i poliziotti in servizio in quel momento, passati all'armeria del corpo di guardia, si rendevano conto che non vi erano armi lunghe disponibili e non c'era disponibile nemmeno un giubbotto antiproiettile". Lo denuncia il deputato di Unidos Mauro Pili che ha presentato al ministro dell'Interno un'interrogazione.

"Assente qualsiasi supporto illuminotecnico (torce elettriche): una volta arrivati sul posto gli agenti, che non sapevano ancora se all'interno dell'edificio fossero presenti i rapinatori, hanno fatto irruzione al buio, facendosi luce con i propri cellulari". 

E non è tutto, purtroppo: "I pochi agenti che avevano il "privilegio" di un arma lunga erano dotati di PM.12, una mitraglietta Beretta calibro 9 del 1978. Tutti scaduti anche i giubbotti antiproiettile. Se l'assalto fosse stato di terroristi, se in ballo ci fosse stato un obiettivo sensibile nel cuore della città, il tracollo della sicurezza sarebbe stato di una gravità ancora più inaudita".

Il colpo a Sassari ha fruttato ai malviventi 11 milioni di euro, uno dei bottini più ricchi nella recente storia italiana.

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