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Giovedì, 28 Marzo 2024
Criminalità / Napoli

Camorra, due fratellini rapiti in cambio del silenzio del papà

Blitz dei Ros: arrestate 19 persone. Un duro colpo al clan dei Casalesi. Dalle indagini è emerso un inquietante racconto. Era il 2010. Due bambini vennero rapiti. Il "riscatto": far capire al loro papà in carcere che "non era il caso" di collaborare con la giustizia

NAPOLI - Due bambini rapiti per garantirsi il silenzio di un possibile collaboratore di giustizia. E' questa l'inquietante notizia che emerge dalle indagini che hanno portato, questa mattina, i Ros ad arrestare 19 persone per associazione di tipo mafioso. Il duro colpo è stato inferto dalla procura della Repubblica di Napoli e dalla Direzione distrettuale antimafia ai Casalesi: in carcere capi e gregari del clan.

OPERAZIONE AZIMUT - L'operazione Azimut dei carabinieri contro il clan dei Casalesi è "un'altra importante operazione contro la camorra, che rafforza la fiducia tra lo Stato e i cittadini", lo ha sottolineato il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, aggiungendo: "I cittadini non sono soli e lo testimoniano l'impegno e la professionalità con cui i carabinieri dei Ros e di Caserta, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, conducono le attività di contrasto alla camorra e in particolare al clan dei Casalesi".

IL RAPIMENTO - Dalle carte emerge l'inquietante storia del rapimento di due bambini. Nessun riscatto. La richiesta era il silenzio del loro papà, Massimo Alfieri, in carcere e ritenuto un potenziale "pentito". Per due lunghissimi giorni i bambini sono stati tenuti nascosti per fare forti pressioni sul padre. Era il 2010. Il rapimento è durato poche ore, il tempo necessario perché, durante un colloquio in carcere con il marito, la moglie riferisse del sequestro e delle eventuali conseguenze sui bambini se Alfieri avesse persistito nell'intento di collaborare con la giustizia. Le pressioni, ha spiegato il procuratore Colangelo, andarono a buon fine perché l'uomo decise di non fornire alcuna notizia sulle attività del clan. 

IL SILENZIO - A raccontare del rapimento agli inquirenti, come spiegato in conferenza stampa dal vice comandante dei Ros Giovanni Fabi, è stato un altro esponente del clan che, intercettato tra la fine del 2012 e il 2013, riferiva delle pressioni esercitate su Alfieri: i sequestratori prelevarono i bambini a casa con una scusa e, comunque, "agirono in modo che i fratellini non si rendessero conto di quanto stava realmente accadendo". Due giorni nascosti, poi il ritorno a casa tra le braccia di mamma. Che, intanto, aveva 'convinto' il padre a non collaborare con la giustizia.
 

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