Le cinture-talismano non funzionano. Arrestati 5 "narcos"
La Guardia di finanza di Genova ha sgominato una rete di traffico di droga tra Genova e Verona gestita da africani. Ingoiavano ovuli contenenti 10-15 grammi di droga e superavano i controlli 'protetti' da cinture "divine".
Alla fine la cintura-talismano per proteggersi dai controlli della polizia e superare i controlli antidroga non è servita a niente. La superstizione di un gruppo di narcotrafficanti di origine africana è stata battuta dalle indagini della Guardia di Finanza di Genova che ha arrestato cinque persone accusate di traffico internazionale di stupefacenti.
La rete - Milano, Brescia, Monza, Lodi, Parma, Verona e Novara. Era questo l'asse geografico in cui si muovevamo i "narcos" dopo aver acquistato droga in Olanda, Germania, Spagna e Portogallo.
Una volta entrati in possesso della merce, i cinque distribuivano ovuli da 10 a 15 grammi ciascuno a una serie di "corrieri" che ingoiavano le confezioni per superare indenni i controlli delle forze dell'ordine. E per proteggersi, indossavano tutti delle cinture-talismano che servivano a ricoprirli di un "mantello divino protettivo". Un mantello che è valso evidentemente a poco.
L'operazione - Dopo mesi di indagini, la Finanza ha sequestrato, 11 kg di cocaina pronta per essere venduta oltre a un appartamento a Rho, nel Milanese, un mini-market a Milano, specializzato nella vendita di prodotti africani, 75mila euro in contanti e conti correnti bancari per altri 40mila euro, denaro ritenuto frutto di attività illecite.
Le indagini - Le indagini, inoltre, hanno portato alla luce anche particolari curiosi come panetti di cocaina nascosti in confezioni di saponette e occultate in bagno o ovuli "annegati" in un bricco di latte. Diciannove, invece, i corrieri ovulatori fermati in un'altra fase delle indagini. Anche in questo caso la maggior parte di loro è di origine africana, solo 4 gli europei: 2 polacchi, un portoghese e un rumeno.
