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Venerdì, 29 Marzo 2024
Mafia

Palermo, arrestato il "nuovo" Matteo Messina Denaro

I carabinieri del Ros di Trapani hanno arrestato sedici persone, tutti accusati di essere affiliati al clan del boss trapanese. In manette il nipote di Messina Denaro: era lui a curare gli interessi del capo clan

PALERMO - Sempre più solo. Sempre più braccato. Eppure sempre più inafferrabile. Altro duro colpo al super boss Matteo Messina Denaro. I carabinieri del Ros e del comando provinciale di Trapani hanno arrestato sedici persone, tutte accusate di essere affiliati al clan capeggiato dal boss trapanese, con l'accusa di associazione di tipo mafioso, estorsione, rapina pluriaggravata, sequestro di persone e altri reati aggravati dalle finalità mafiose. 

Le indagini, condotte dalla procura distrettuale antimafia di Palermo, hanno confermato il ruolo di vertice ancora rivestito dal capomafia latitante. Sono stati accertati dagli inquirenti anche i collegamenti con le famiglie palermitane e, in particolare, con quella di Brancaccio, da sempre feudo dei fratelli Graviano.

Tra le sedici persone finite in manette spicca il nome di Girolamo Bellomo, trentasettenne, uomo d'affari e nipote di Matteo Messina Denaro. Secondo i carabinieri del Ros sarebbe stato lui a curare gli interessi del boss in questi ultimi anni. Gli altri quindici arrestati, secondo gli inquirenti, sarebbero stati i gregari di Bellomo - a tutti gli effetti vice di Messina Denaro - e i mandanti di una maxirapina nel deposito di un corriere, un tempo proprietà dei mafiosi palermitani di Brancaccio e oggi sotto amministrazione giudiziaria. Una di quelle rapine, per i carabinieri, sarebbe servita per finanziare la latitanza del boss trapanese. 

Ora gli agenti passeranno al setaccio computer, agendine, cellulari: tutto ciò che possa fornire qualche elemento utile per risalire al super boss latitante. Un super boss sempre più solo. Ma sempre inafferrabile. 

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