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Venerdì, 29 Marzo 2024
DATAGATE

Datagate, Snowden ha chiesto asilo politico anche all'Italia

Sempre in attesa di una risposta da Ecuador e Islanda, le sue prime scelte, l'ex tecnico della Cia responsabile della fuga di informazioni alla base del Datagate, ha chiesto asilo ad altri 19 Paesi

Edward Snowden ha chiesto asilo a 21 Paesi, tra cui l'Italia: é quanto sostiene Wikileaks sulla sua pagina web.

Sempre in attesa di una risposta da Ecuador e Islanda, le sue prime scelte, l'ex tecnico della Cia responsabile della fuga di informazioni sulle attività dell'Agenzia per la sicurezza nazionale Usa, ha chiesto asilo ad altri 19 Paesi attraverso un legale del sito fondato da Julian Assange, Sarah Harrison, che ha personalmente inviato le richieste a : Spagna, Austria, Bolivia, Brasile, Cina, Cuba, Finlandia, Francia, Germania, India, Italia, Irlanda, Paesi Bassi, Nicaragua, Norvegia, Polonia, Russia, Svizzera e Venezuela.

Datagate, Assange: "Ci saranno nuove rivelazioni"

Le richieste di asilo politico saranno trasmesse alle ambasciate di questi Paesi dalle autorità consolari russe. La talpa dell'Nsagate si trova dal 23 giugno nell'area di transito dell'aeroporto internazionale della capitale russa. Nessuna richiesta di asilo politicoè arrivata però finora all'ambasciata italiana a Mosca. Lo si apprende da fonti diplomatiche.

Datagate, anche l'Italia è stata spiata

BONINO -  La vicenda "é molto spinosa", "aspettiamo risposte" ma "siamo fiduciosi": "Tra Stati Uniti, Italia, Europa c'é spirito di collaborazione e amicizia". Lo dice al Corriere della Sera il ministro degli Esteri Emma Bonino in merito alla notizia dello spionaggio degli Usa in Europa. "Certo - ammette - spiarsi tra alleati non é carino: ma basta leggere qualsiasi spy story per capire che se ne sono sempre viste di tutti i colori". "Questa vicenda ha i suoi aspetti ironici - osserva Bonino - Vedere la Russia, così 'attenta' nel controllare capillarmente i propri cittadini, trasformarsi in paladina della libertà, fa sorridere. L'importante é che gli Usa forniscano tutte le spiegazioni per evitare il blocco delle trattative sull'area di libero scambio tra le due sponde'.

Snowden è a Mosca, Ecuador valuta "asilo politico"

Il ministro parla poi delle aree più calde del Mediterraneo, a cominciare dall'Egitto, dove a suo avviso "pesano le riforme non fatte e il rinvio delle elezioni politiche che avrebbero potuto stemperare la tensioné'. In Turchia, "con la recente decisione del Consiglio europeo, siamo riusciti" a tenerla "ancorata all'Europa". In Libia invece "possiamo sicuramente essere piu' efficaci per sostenere la transizione. Abbiamo un'approfondita conoscenza della situazione'. Nel processo di pace israelo-palestinese "l'Italia sostiene con forza il tentativo difficilissimo del segretario di Stato John Kerry", prosegue, "Israele e Palestina devono capire che questa é l'ultima occasione per arrivare a 'due popoli, due democrazié". Soddisfatta dell'ingresso della Croazia nella Ue: "questa regione - spiega a proposito dei Balcani - é testimonianza anche dell'impegno della mia famiglia politica radicale per tanti anni, dal Consiglio Federale a Zagabria sotto le bombe, alla presenza di Pannella ed altri radicali a Viesnik e Vukovar, all'istituzione del Tribunale ad hoc e poi da Commissaria". In Iran, conclude, "penso si debba offrire una possibilità non tanto ai vertici quanto al popolo stesso iraniano'

TERZI - "E' stato sgradevole. Ma non mi sono venuti i brividi. Ogni diplomatico, per quanto ingenuo o a inizio carriera, sa che gli puo' accadere di essere spiato". Parola di Giulio Terzi di Sant'Agata, ex ministro degli Esteri e prima ancora ambasciatore a Washington. Parlando con il Corriere della Sera sottolinea che "in 40 anni di carriera" non ha "mai pensato che una telefonata fosse sicura". "Mi ha sorpreso di piu' una coincidenza - spiega - le rivelazioni di Snowden iniziano proprio quando nel colloquio con il presidente cinese Xi Jinping, Barack Obama stava mettendo in mora la Cina sui cyber attack, la nuova potenziale arma di distruzione di massa".

Oggi un cyber-attacco "é un pericolo globale gravissimo. Ce ne sono già stati di rilevanti. Incluso quello a una società petrolifera. E l'amministrazione Obama é riuscita ad avere tracce evidenti del luogo preciso dov'era il server da cui agivano gli hacker", ovvero in Cina, "anche se il governo cinese sostiene di esserne vittima". "C'é una certa differenza tra sapere che accade e scoprire apparecchiature elettroniche poste negli uffici - sottolinea Terzi - La cosa non si assorbe facilmente. Ma attenzione a farne una tragedia globalé'. Anche uno stop delle trattative sul libero scambio "sarebbe un boomerang tremendo", un "altro effetto collaterale che dovrebbe farci chiedere a chi giova?". "Se risulta da documenti che la questione delle ambasciate spiate dagli Usa é vera - precisa Terzi -, si deve esprimere disappunto fortissimo", "ma nessuna meraviglia: da ministro ho visto con i miei occhi situazioni analoghe ad opera di Paesi altrettanto amici degli Usa". "C'é una prassi costante di controlli e bonifiche e si usano reti a sicurezza elevata - prosegue - Noi abbiamo sempre seguito le proceduré'. Invece Terzi esclude "la compartecipazione italiana allo scambio di dati sensibili", "la nostra legge non lo consenté

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