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Venerdì, 19 Aprile 2024
Sanità

Il Tar le dà ragione, ma l'Asl non paga le cure al figlio autistico: "Sono disperata"

In sette anni la famiglia di Gabriele ha speso 150mila euro. La madre: "Siamo stanchi di lottare". L'azienda sanitaria: "Ci atteniamo alle procedure". L'articolo di Massimo Romano (NapoliToday)

Gabriele ha dodici anni. Quando ne aveva meno di due gli è stata diagnosticata una forma grave di autismo. Le cure disposte dall'Asl per quasi quattro anni non hanno dato frutti, finché la madre, Rita, ha deciso di cambiare strada.

Dall'età di cinque anni, Gabriele è stato curato con una particolare metodologia, denominata Aba, riconosciuta anche dallo Stato italiano tra le più efficaci. I risultati sono stati immediati ma i costi sono stati tutti a carico della famiglia, perché l'Asl Napoli 2 non la individua tra le terapie sovvenzionate.

In cinque anni, i familiari di Gabriele hanno speso 150mila euro. Solo dal 2016, dopo anni di battaglie, Rita è riuscita ad avere un'assistenza parziale dell'Asl. L'azienda sanitaria, però, ancora non le riconosce il ricorso al supervisore, uno psicologo comportamentista fondamentale per il metodo Aba.

Dopo la denuncia di NapoliToday, Rita ha portato l'Asl in tribunale, anche perché altre Asl campane, Caserta, Benevento e Salerno, sarebbero invece disposte a riconoscere le cure al bambino. Il 13 ottobre una sentenza del Tar ha dato finalmente ragione alla famiglia obbligando la Asl Napoli 2 a farsi carico di tutti i costi. 

Ad oltre un mese di distanza però non si è mossa una foglia: "Non si è fatto sentire nessuno", racconta a NapoliToday Rita D'Alterio, madre di Gabriele. "Nessuno ha saputo darmi risposte precise. Ma noi non possiamo più aspettare. Se non ci dicono come risolvere la situazione dovremo sospendere il trattamento, nonostante negli ultimi anni Gabriele abbia avuto molti miglioramenti". (In basso l'intervista alla mamma di Gabriele. Video di Massimo Romano, NapoliToday).

La replica della Asl

Il Direttore della Asl Napoli 2, Antonio d'Amore, ha rifiutato di farsi intervistare, ma in una nota invita a NapoliToday ha assicurato che la Asl "sta dando seguito a quanto previsto dalla sentenza del Tar, attraverso una procedura prevista dalla legge, che prevede la costituzione di un elenco di consulenti esperti" e che ci vorranno i tempi della burocrazia. "Questo percorso è il più rapido e corretto possibile per ottemperare a quanto previsto dal giudice amministrativo. I tempi sono i più rapidi possibili, compatibilmente con la necessità di dare pubblicità alla cosa". 

"Spendevamo anche 3500 euro al mese"

Una risposta interlocutoria che non può bastare alla famiglia di Gabriele. Che non può più farcela da sola. "Fino a due anni fa la terapia ci costava circa 3mila, 3mila e 500 euro al mese", racconta Rita. "Oggi, pagando solo la Bcba, le spese di viaggio e i materiali che servono per la terapia, spendiamo circa mille euro ogni due mesi". Tanti soldi, troppi per una terapia che dovrebbe essere garantita dallo Stato. 

I progressi di Gabriele

"Oggi Gabriele è in prima media, va al supermercato, si ordina un pasto da solo. E' migliorato tantissimo sopratutto a livello verbale". Il timore della madre è che i progressi fatti in sette anni possano svanire in poco tempo. 

"Sappiamo che nostro figlio non sarà mai un bambino come gli altri, però comunque stiamo lottando per far sì che lui abbia un futuro almeno sereno", conclude Rita. "Non ne possiamo più come famiglia, siamo stanchi di lottare e vogliamo solo che i diritti di nostro figlio vengano rispettati".

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