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Venerdì, 29 Marzo 2024
Attentato di Brindisi / Brindisi

Attentato di Brindisi, continuano le indagini: "Non è stata la mafia né il Fai"

Le indagini vanno avanti. Il capo della Polizia Maganelli: "Il giorno della strage i detenuti affiliati alla Sacra corona unita scrissero alla famiglia di Melissa per dire che non erano stati loro"

Sulla possibile matrice dell'attentato avvenuto a Brindisi nel quale è morta la 16enne Melissa "ho sentito molte sciocchezze".

Lo ha detto il capo della Polizia, Antonio Manganelli, parlando alla scuola di perfezionamento interforze a Roma. "Abbiamo sentito di tutto", ha aggiunto Manganelli: dalle Br risorte, a Cosa nostra e alla mafia locale.

"Ma la mafia cerca consensi e non è certo oggi nella condizione di porsi come aggressore dello Stato o come antistato", ha sottolineato il capo della polizia.

La mafia locale? Anche su questo punto, il capo della polizia ha richiamato l'attenzione sul fatto che in Puglia c'è soprattutto una criminalità ordinaria.

"Esistono delle bande" e poi Manganelli ha sottolineato che lo stesso giorno in cui è avvenuto il tragico attentato di brindisi, i detenuti di quella che era la Sacra corona unita hanno inviato un telegramma di solidarietà alla famiglia della giovane vittima dicendo che non erano stati loro.

"E' un segnale preciso", ha detto Manganelli.



"Faccio fatica a immaginare un attentato vigliacco fatto dalla Fai (Federazione anarchica informale, ndr) davanti a una scuola" ha detto Manganelli. Le indagini devono dare una risposta e io credo che dalla risposta capiremo la matrice, chi è stato e perché lo ha fatto".

Intanto sembrerebbero a una svolta le indagini. Sarebbero in corso, infatti, diversi accertamenti da parte degli inquirenti su una persona sospettata di essere coinvolta nell'esplosione: l'attentatore sarebbe un uomo della provincia di Lecce. Un'ipotesi che il procuratore della Dda di Lecce, Cataldo Motte, si affretta però a smentire: "Quando ci saranno novità, le saprete. Per il momento non ce ne sono. Punto".

 



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