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Venerdì, 19 Aprile 2024
IL CASO

"Mio figlio rifiutato dal centro estivo perché down"

La denuncia parte dai genitori tramite i social network. Il gestore del centro si difende: "Era difficile da gestire". Intanto solidarietà a pioggia alla famiglia tramite il web

ROMA - Era stato allontanato dal centro estivo a cui era stato iscritto dalla famiglia perché "difficile da gestire". Non è la prima volta che Danilo, 9 anni, frequenta un centro di questo tipo: lo scorso anno ad esempio gli educatori gli avevano fatto addirittura i complimenti per la sua ottima condotta.  Non è un discolaccio anzi è un bimbo socievole e vivace, come tanti della sua età: lui è un ragazzo down.


Succede a Roma, nel quartiere Ottavia, dove Danilo vive con mamma Elisabetta e papà Andrea, che non hanno perso tempo e hanno subito denunciato l'accaduto sui social network:

Il gestore del centro estivo ha detto che era molto dispiaciuto, ma Danilo non poteva frequentare, era difficile da gestire e lui non aveva personale da dedicargli

Così scrive papà Andrea sulla sua pagina facebook. Proprio da qui è stata lanciata dalla famiglia di Danilo una campagna antidiscriminazione per difendere i diritti dei bambini Down.

SOLIDARIETA' A PIOGGIA - Centinaia i commenti di solidarietà e le condivisioni. L'eco della vicenda è arrivata anche alle orecchie del presidente del XIV Municipio di Roma, Valerio Barletta:

Quando venerdì scorso ho saputo dell'accaduto, ho invitato la famiglia sabato all'inaugurazione della ciclabile di Monte Mario, perché incontrasse il sindaco Ignazio Marino. Con lui abbiamo proposto ad Andrea di iscrivere il figlio, gratuitamente, in un centro sportivo municipale, dove sarà accolto da domani, insieme agli altri bambini

PARLANO I GENITORI -  "Prima di arrivare avevamo già avvisato che Dany ha la sindrome di Down - racconta il padre, Andrea a RomaToday - Con il responsabile, un professore delle medie di zona, avevamo parlato di quanto fosse gestibile, certo ci vuole un po' di impegno in più ma basta stargli dietro esattamente come a un qualsiasi altro bambino della sua età".

Infatti Danilo viene accettato al centro e ci passa un'intera giornata a giocare con gli altri bimbi. Il titolare, però, chiede di parlare con il papà. "Dice che è molto dispiaciuto, ma Danilo non può più frequentare", insomma troppo difficile da gestire. Andrea si offre addirittura di pagare una somma aggiuntiva per l'affiancamento di un tutor individuale ma il gestore insiste: "Sai, poi non vorrei che si creino problemi con gli altri bambini che poi tornati a casa si lamentano di lui. E magari i genitori portano via i loro figli dal centro. A questo punto ho capito che il problema allora non era il comportamento di Dany ma proprio Danilo. Avevano paura di perdere i soldi" spiega Andrea.

Per questo i genitori di Danilo hanno deciso di trasformare quanto successo in una vera e propria campagna contro le discriminazioni: "La nostra non è una battaglia contro quel centro o quel singolo responsabile. E' la mentalità che è sbagliata e che cerchiamo in tutti i modi di combattere. La nostra storia non è nè la prima e non sarà purtroppo nemmeno l'ultima in cui si subiscono discriminazioni di questo tipo" conclude Andrea.

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