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Martedì, 16 Aprile 2024

Dimesso con una gastrite, ma aveva la salmonella: bimbo di tre anni rischia la vita

Il racconto straziante del padre, Luigi Conti, che dallo scorso marzo vede il figlio di soli 3 anni spegnersi lentamente. "Aveva un'infezione da salmonella, ma lo hanno rimandato a casa con la diagnosi di una gastroenterite".

Quattro arresti cardiaci, due sversamenti celebrali, intubato e messo in coma farmacologico per settimane. Il lungo calvario del piccolo Gabriel e dei suoi genitori inizia il 17 marzo, quando dopo sole dodici ore dalle dimissioni dal pronto soccorso del Bambin Gesù al Gianicolo, sono costretti ad andare d'urgenza all'ospedale San Giovanni Evangelista di Tivoli, più vicino alla loro casa di Castel Madama, perché il bambino si era svegliato cianotico e con la febbre molto alta.

Una lunga corsa contro il tempo che ha poi riportato Gabriel al nosocomio romano, ma una volta stabilizzato la diagnosi è molto grave: forte infezione di salmonella, danni celebrali, rischio stato vegetativo. “Se qualcuno ha sbagliato deve pagare, nessun genitore dovrebbe passare quello che stiamo vivendo noi – dice con un filo d voce il papà di Gabriel, Luigi Conti, 45 anni -. Non riesco a non pensare che se quel maledetto 17 marzo avessero fatto tutte le analisi necessarie a mio figlio non lo avrebbero mandato a casa con la cura per una gastroenterite, ma avrebbero potuto vedere che era salmonella. Avrebbero potuto salvarlo”.

Oggi Gabriel è ricoverato al reparto di neurologia al Bambin Gesù di Palidoro, a Fiumicino. Da quel 17 marzo ha subito l'amputazione della gamba sinistra e parte del piede destro per le forti infezioni. Resta intubato, alimentato con una macchina. “Gabriel era un bambino che amava il mare, era vivace e gli piaceva giocare, come tutti i bambini della sua età – continua Conti -. Ora rischia di restare in stato vegetativo. Noi ci aggrappiamo a qualsiasi suo sussulto di vita, ci rende ancora genitori. Ma siamo distrutti”. Tutto però sembra iniziato molto prima, quando il piccolo l'11 marzo ha subito un piccolo intervento per un testicolo retratto: “Non ci diedero cure antibiotiche e dopo un paio di giorno ci dissero che poteva tornare a scuola – continua il padre – quando la mamma lo andò a prendere lo trovò tutto bagnato, senza la vigilanza delle mastre aveva giocato nei bagni, e da lì ha iniziato a stare male, tanto che la madre decise di portarlo al Bambin Gesù per un controllo”. Quel 17 marzo in cui, dopo qualche ora di attesa, fu dimesso alle 17:49 .

Ma per Gabriel è stato solo l'inizio di un viaggio nel buio e difficile da spiegare, da accettare. Mentre i suoi genitori vegliano su di lui h24, usufruendo anche di una stanza di Casa Roland, la struttura che accoglie i genitori dei bimbi ricoverati e interna all'ospedale di Palidoro. "Credo ancora al Bambin Gesù, perché hanno salvato mio figlio quando ormai sembrava morto – conclude Conti -, ma la negligenza di un medico in particolare ci ha tolto quello che di più caro abbiamo al mondo. Voglio la verità".

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