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Venerdì, 29 Marzo 2024
LA DENUNCIA / Reggio Calabria

Africani poco ‘choosy’: il dramma della baraccopoli di Rosarno

Medici per i Diritti Umani racconta l’estrema situazione delle tendopoli di Rosarno e San Ferdinando, i comuni calabresi dove ogni anno vengono assoldati centinaia di lavoratori africani per far fronte alla stagione agrumicola

Ogni anno nei comuni calabresi di Rosarno e San Ferdinando vengono ingaggiati centinaia di lavoratori africani per far fronte alla stagione agrumicola, in cui da novembre a marzo vengono raccolte arance, mandarini, pompelmi e mapo. Diverse centinaia di immigrati rispondono ogni anno alla chiamata degli agricoltori, a costo di passare quei mesi in condizioni igienico-sanitarie e abitative estreme, disumane. Il loro dramma è stato raccontato dall’associazione Medici per i Diritti Umani che, visitando le aree destinate ad accogliere i lavoratori stagionali, ha fotografato le loro inconcepibili condizioni di vita.

Baraccopoli Rosarno 2013 - foto di MEDU

L’associazione ha visitato “in particolare la tendopoli/baraccopoli di San Ferdinando, la vicina nuova tendopoli (non ancora funzionante) e il campo container di contrada Testa dell’Acqua a Rosarno – spiegano dall’associazione -. Nonostante i ripetuti appelli e le denunce che da mesi arrivano dal territorio (comuni, associazioni, sindacati), la situazione igienico-sanitaria e abitativa del campo di San Ferdinando appare a tutt'oggi disastrosa e le condizioni in cui sono costretti a vivere i lavoratori immigrati, raccapriccianti”.

Baraccopoli Rosarno 2013 (2) - foto di MEDU

Le foto descrivono meglio di qualsiasi parola la situazione di queste persone che, pur di non perdere il lavoro, sono disposti a vivere per mesi in queste baraccopoli. La Prefettura sta però provvedendo all’apertura di una nuova tendopoli, “con una capienza di 400 posti – prosegue la nota di Medu -, dovrebbe aprire nei prossimi giorni quando ormai la stagione della raccolta degli agrumi volge alla fine. Anche quest'anno – conclude la nota - i lavoratori migranti, i cittadini e la società civile di Rosarno sono stati lasciati troppo a lungo soli dalle istituzioni”.

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